Categorie
Dal Mondo News

Sahara: è allarme nei campi profughi di Tindouf

Un webinar fa chiarezza su quanto sta avvenendo nella regione

La presenza dei campi profughi sahrawi a Tindouf, nel sud dell’Algeria, rappresenta una minaccia per la stabilità della regione del Sahel e dell’Europa. E’ quanto è emerso da un seminario di studi tenuto da esperti della regione del Sahara tramite un webinar dal titolo: “L’Assurda controversia sul Sahara marocchino”, organizzata dal portale Valoreimpegnocivico.it.

Hanno preso parte al seminario di studi accademici, esperti legali e professionisti dei media i quali hanno ammonito che l’esistenza dei campi di Tindouf rappresenta non solo una minaccia per la stabilità della regione del Sahel e del Sahara, ma anche per l’Europa nel suo insieme.

I partecipanti a questo seminario, moderato ieri dall’esperto di affari legali Gabriele Mazzanti hanno confermato che l’esistenza dei campi di Tindouf e delle milizie armate del Polisario in collusione con le organizzazioni jihadiste costituisce una minaccia alla stabilità, osservando che il tasso di povertà, la negazione della libertà e dei diritti fondamentali e la disperazione prevalente tra i giovani che vivono in condizioni difficili nei campi di Tindouf, il che li rende facile preda del reclutamento da parte di gruppi terroristici che operano nella regione del Sahel.

In questo contesto, Federico Prizzi, professore al Pont Institute for Cultural and Anthropological Research, ha sottolineato, in un intervento dal titolo “Il Marocco in prima linea nella cooperazione internazionale nella lotta al terrorismo”, che: “La sovrapposizione tra le attività di criminalità, le organizzazioni terroristiche e separatiste rappresentano gravi minacce che incidono direttamente sulla sicurezza della regione e dell’Europa nel suo insieme. Il Marocco è un partner essenziale per l’Italia, l’Europa e la Nato nella lotta al terrorismo; il Re Mohammed VI ha dato nuova linfa alla ristrutturazione dell’intelligence marocchina per far fronte all’ascesa del flagello terroristico. Per questo il Marocco è il primo Paese africano a partecipare alle operazioni di contrasto allo Stato Islamico. Va ricordato inoltre che la creazione della fondazione Ulema per contrastare il radicalismo è stata un’esperienza che ha dato i suoi frutti. Il radicalizzato Al Sahraoui, affiliato a Daesh nel 2017, si è radicalizzato in Mauritania presso la moschea Ibn Al Abass e ha lasciato il Polisario per intraprendere il jihad”.

Questo esperto italiano ha sottolineato che gli sforzi del Marocco nella lotta al terrorismo hanno permesso, in larga misura, di ridurre il rischio di atti terroristici, sottolineando che il Regno è un partner centrale nella cooperazione internazionale per combattere questo fenomeno e per contrastare potenziali minacce terroristiche in Europa e per rafforzare la sicurezza e la stabilità delle immediate vicinanze del continente e il raggiungimento dello sviluppo sostenibile in Africa.

Marco Bertolini, generale italiano ed ex comandante delle operazioni militari, ha rilevato in un intervento dal titolo “Un’analisi geostrategica del bacino del Mediterraneo” che la regione del Sahel è una regione instabile in cui dilagano molte attività illegali come la droga e il traffico di esseri umani.

Da parte sua, il professore universitario e giornalista italiano, Alessio Postiglione ha argomentato partendo dal suo libro, scritto con Massimiliano Boccolini, “Sahara, deserto di mafie e jihad”, notando come operi anche sullo scacchiere mediorientale il populismo: la ribellione delle masse inurbate contro l’establishment di movimenti indipendentisti tradizionalmente secolaristi, diventati autoreferenziali e spesso corrotti, ha portato le prime ad essere sedotte dalle sirene dello jihadismo. È il caso di Abu Waleed al Saharawi, che da ufficiale del Polisario è diventato una star del firmamento jihadista, passando per varie sigle terroriste ed approdare infine al Daesh. Le economie dei movimenti separatisti sono spesso intrecciate con quelle di mafie e jihad. Questa osmosi spiega perché alcuni movimenti, lungi dal rappresentare gli interessi di gruppi etnici, sono l’anticamera della corruzione e, comunque, permeabili allo jihadismo”.

Corrado Corradi, capo del comitato direttivo della scuola italiana “E. Mattei” di Casablanca, ha confermato che la storia conferma che il Sahara è sempre stato sotto la sovranità marocchina. In un intervento sul tema “Storia del Marocco e la questione del Sahara, secondo lo storico francese Bernard Logan”, ha menzionato che i legami tra il Marocco e le sue “regioni sahariane” risalgono all’era dello stato degli Almoravidi (XI secolo), evidenziando che numerosi studi di esperti internazionali confermano questo fatto. Citando l’esperto e storico francese Bernard Logan, autore del libro “History of Morocco from the Origins to Today”, Corradi ha spiegato che prima del periodo coloniale, il Sahara era economicamente, politicamente e religiosamente legato al Marocco, il cui splendore si estendeva dal Tangeri, Fez e Marrakech fino alle rive del Senegal e del Niger. Ha aggiunto che le richieste del Marocco, quindi, si basano su “legittimi diritti storici” confermati da eventi, documenti storici e accordi.

Da parte sua, il coordinatore nazionale della Rete delle associazioni comunitarie marocchine in Italia, Yassin Belkassem, ha affermato che l’Algeria è “l’unico Paese al mondo che ospita un gruppo armato che gestisce dei detenuti nei campi, isolati dal mondo, dove vengono commessi crimini come omicidio, rapimento e furto di aiuti umanitari internazionali e reclutamento militare di bambini dopo la loro formazione nelle caserme dell’esercito algerino. D’altra parte, Belkassem ha detto:

“Chiediamo all’Italia di aprire un consolato nel Sahara marocchino, come hanno fatto molti paesi amici del Regno del Marocco, e di seguire l’esempio degli Stati Uniti con il loro chiaro riconoscimento di il Sahara marocchino e appoggiare la proposta marocchina di risolvere la disputa inventata sull’integrità territoriale del Regno, sulla falsariga del versante italiano dell’Alto Adige”.

Categorie
Dall'Italia News

Italia-Marocco: Causin, seguire esempio USA

Il senatore Andrea Causin (Maie) ha auspicato che l’Italia segua l’esempio degli Stati Uniti che hanno aperto un proprio Consolato a Dakhla, nella regione del Sahara marocchino.

In un’intervista all’agenzia di stampa marocchina Map, il senatore ha sottolineato la rilevanza e la grande portata dell’iniziativa di autonomia presentata dal Marocco accolta da tutta la comunità internazionale come una soluzione seria e credibile per la controversia regionale intorno al Sahara.

Causin ha affermato che il modello di sviluppo delle Province del Sud, lanciato dal re Mohammed VI, e il boom che la regione sta vivendo in termini di infrastrutture e servizi sociali di base, rafforzano la preminenza del piano di autonomia, sotto la sovranità marocchina.

Causin, che è anche membro della Commissione Difesa del Senato italiano, ha indicato che la decisione degli Stati Uniti di riconoscere la sovranità del Marocco sul suo Sahara è una scelta “chiara e realistica”.

Dopo aver ricordato la decisione di molti Paesi, inclusi gli Stati Uniti, di aprire Consolati generali a Laâyoune e Dakhla, il Senatore ha auspicato di vedere l’Italia seguire il loro esempio.

Categorie
Dall'Italia News

Sahara: sindaco di Liveri (Na), Ue riconosca la sovranità del Marocco

“Gli Stati Uniti hanno dato l’esempio, riconoscendo la sovranità del Marocco sulle sue province meridionali”. Così Raffaele Coppola, sindaco di Liveri (Napoli), ha invitato l’Unione Europea a seguire l’esempio dell’amministrazione statunitense che ha riconosciuto la sovranità del Marocco sul Sahara. “Si tratta di un riconoscimento perfettamente legittimo per quanto riguarda la storia della regione ed una realtà condivisa dalla popolazione presente nella zona, come ho potuto constatare con i miei occhi quando sono stato nel Sahara – spiega in una dichiarazione alla stampa, a 7 anni dalla sua prima visita nella zona del Sahara marocchino – Saluto il gesto degli Stati Uniti e penso che dovrebbe fare altrettanto l’Unione Europea”.

Secondo Coppola: “Se l’UE riconoscesse la sovranità marocchina sulle province del Sahara farebbe capire che è finito il tempo delle divisioni, retaggio della guerra fredda, e che dobbiamo aprirci per affrontare insieme il 21° secolo. Almeno è questo il messaggio che nel 2014 ho deciso di dare io, facendo gemellare il mio Comune con quello di Dakhla, anticipando la decisione di altri Paesi, come gli stessi Stati Uniti, che ora hanno aperto un Consolato in quella zona.”

Il sindaco di Liveri ha colto l’occasione per assicurare che la sua amministrazione e quella di Dakhla hanno in programma di proseguire nella collaborazione bilaterale, sviluppando dei progetti comuni che vedono il coinvolgimento di imprenditori campani desiderosi di investire nel Sahara, spinti anche dalla presenza di infrastrutture tra le migliori del continente e all’arrivo di fondi di investimento statunitensi e di imprenditori francesi, cinesi e russi e nella zona.

In questo contesto Coppola ritiene incomprensibile che l’Italia debba restare fuori da queste opportunità. Infine, ha espresso il proprio sostegno a Rabat a seguito delle provocazioni del Polisario lungo il confine tra Marocco e Algeria.

Il 4 febbraio del 2014 il sindaco di Liveri ha sottoscritto l’accordo di gemellaggio con la città marocchina di Dakhla. La firma, avvenuta in Marocco alla presenza del Presidente del Consiglio comunale locale, Sloh Jummani, ha come obbiettivo quello di rafforzare la cooperazione e lo scambio di esperienze economiche, culturali e turistiche tra le due città.

Categorie
Dall'Italia News

Dal Veneto, all’Italia, all’Europa: pandemia e rilancio

La nuova puntata di Radio Kulturaeuropa

Si terrà oggi pomeriggio, giovedì 6 maggio, a partire dalle 18:30, una nuova puntata di Radio Kulturaeuropa. Titolo dell’episodio sarà “Dal Veneto, all’Italia, all’Europa: pandemia e rilancio”.
In merito alla trasmissione, gli animatori della web radio hanno dichiarato: “Il Veneto è stata una delle regioni più colpite da questo anno travagliato. In particolar modo nella prima fase si è infatti trovata al centro delle cronache che la hanno distinta come una delle zone maggiormente colpite dalla diffusione dell’epidemia. Le campagne mediatiche hanno insomma rappresentato un ulteriore colpo alla regione che, da motore trainante del Paese, si è improvvisamente ritrovata bloccata”. “Parleremo dunque – hanno aggiunto i promotori dell’emittente web – della voglia di ripartenza e delle prospettive all’orizzonte proprio con chi il Veneto lo vive da sempre ed è da diversi anni impegnato politicamente e professionalmente sul territorio. Ad aprire il dibattito della trasmissione sarà infatti Piero Puschiavo, fondatore e presidente della sigla Progetto Nazionale, associazione nata nel 2010 oggi presente in tutta l’area regionale. A seguire ci saranno poi gli interventi di vari responsabili della suddetta associazione. Avremo con noi Bruno Cesaro, imprenditore e responsabile per la città di Padova, Gabriele Tasso, sindaco di San Pietro Mussolino e dirigente per il Vicentino, e Massimo Piubello, coordinatore delle attività sulla città di Verona”.

La trasmissione potrà essere seguita in diretta a questo link e sarà possibile interagire con gli ospiti mediante messaggio di WhatsApp al numero 324 953 95 64. Le prossime attività della radio saranno pubblicizzate tramite l’account Facebook e quello Instagram.

Categorie
Uncategorized

Sahara: contro Ghali nuove denunce dai media spagnoli

I media spagnoli hanno pubblicato nuove denunce che riguardano il caso di Brahim Ghali, il leader del Fronte Polisario attualmente ricoverato in un ospedale iberico. L’ultima, come riporta il Nuovo Giornale Nazionale, è stata pubblicata dal giornale “La Razon” e riguarda Khadijatou Mahmoud la quale da undici anni, indiversi forum internazionali, denuncia le violenze subite. La donna afferma di averlo conosciuto quando era ambasciatore del gruppo in Algeria. La donna è nata nel luglio 1991 nei campi di Tindouf, in Algeria, e dal 1996 partecipa al programma “Vacanze in Pace”. È tornata nei campi per visitare la sua famiglia biologica, cogliendo l’occasione, di sfuggita, di lavorare come traduttrice per le ONG. Tutto è iniziato all’età di 18 anni e nonostante si fosse recata da un medico la madre le ha consigliato di non denunciare l’accaduto. Solo una volta tornata in Spagna, ha avuto il coraggio di denunciarlo nel 2013. Attualmente Khadijatou gode dello status di apolide, anche se vive con i suoi genitori adottivi spagnoli. Questa situazione, dichiara, ha rappresentato un ostacolo in tribunale, perché i fatti sono avvenuti all’estero e la pubblica accusa spagnola ha finito per respingere la sua denuncia nel 2018. Khadijatou spera che dopo il movimento #MeToo la sua futura denuncia venga accettata.

Categorie
Dall'Italia

Radio Kulturaeuropa, domani la nuova puntata

Andrà in onda domani, giovedì 29 aprile, una nuova puntata di Radio Kulturaeuropa. L’episodio sarà dedicato alla memoria dei camerati che il 29 aprile, in anni diversi, trovarono la morte per mano di assassini animati dall’odio politico. In merito alla trasmissione, i promotori della web radio hanno dichiarato: “l’episodio di domani non poteva non essere volto a celebrare il sacrificio di coloro che caddero sotto i colpi della violenza rossa: Carlo Borsani, reduce ed invalido di guerra freddato nel 1945 con un proiettile alla nuca dai partigiani comunisti; Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù che dopo essere stato aggredito da esponenti di Avangurdia Operaia a colpi di chiave inglese e dopo un calvario di 47 giorni in ospedale trovò la morte proprio il 29 aprile del 1975; Enrico Pedenovi, avvocato e consigliere del MSI alla provincia di Milano, ucciso dal fuoco di militanti dell’organizzazione Prima Linea mentre si stava recando alla commemorazione per Sergio”.
“Come ogni anno – hanno aggiunto gli animatori dell’emittente web -, così come per tutti i nostri caduti, sarà celebrato il rito del ‘Presente’ volto a ricordare e a rendere onore al sacrificio di quegli eroi che da sempre guidano il nostro cammino e condizionano le nostre scelte. Nella diretta di domani, per ripercorrere le storie dei caduti milanesi di quelle giornate, avremo gli interventi di Federico Goglio, editore e musicista che con il nome d’arte ‘Sköll’ ha cantato, tra l’altro, la storia di Ramelli e della madre, Guido Giraudo, giornalista e cantautore del gruppo di musica alternativa ‘Amici del Vento’, e di Matilde Petrella, portavoce di Azione Studentesca Modena. Verranno inoltre effettuati dei collegamenti telefonici con alcuni partecipanti alla manifestazione milanese prevista per le ore 20 a Via Paladini. Tra questi vi sarà anche Gabriele Adinolfi, saggista e storico animatore della sigla Terza Posizione”.
La trasmissione potrà essere seguita in diretta qui e sarà possibile interagire con gli ospiti mediante messaggio di WhatsApp al numero 324 953 95 64.

Le prossime attività della radio saranno pubblicizzate tramite l’account Facebook e quello Instagram.

Categorie
Dal Mondo News

Sahara: leader del Polisario Ghali ricoverato in Spagna

Il leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, è stato ricoverato d’urgenza in Spagna. Secondo fonti stampa, la sera del 21 aprile in un ospedale di Logroño, non lontano da Saragozza, in Spagna, il capo e segretario generale del Fronte Polisario Brahim Ghali, 73 anni, è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Logroño, non lontano da Saragozza.
Secondo quanto riferito, è malato di tumore all’apparato digerente da diversi anni. Per motivi di discrezione e perché oggetto di numerose denunce presentate alla giustizia spagnola da ex membri del Polisario che lo accusano di violazione dei diritti umani, Brahim Ghali è stato ricoverato sotto il falso nome di Mohamed Ben Battouche, di nazionalità algerina.
Dopo che le sue condizioni sono peggiorate da giorni, il capo del Polisario è stato ricoverato per la prima volta a Tindouf, dove lo ha visitato il capo di stato maggiore dell’esercito algerino, il generale Saïd Chengriha. Il suo luogo di evacuazione è stato oggetto di trattative ai massimi livelli dello Stato algerino.
Poiché la Germania ha rifiutato di ospitarlo, la scelta è ricaduta sulla Spagna dopo che il presidente Abdelmadjid Tebboune ha ottenuto assicurazioni dal Primo Ministro Pedro Sanchez che Brahim Ghali non sarebbe stato indagato dalla giustizia. Un team di medici algerini ha accompagnato il leader del Polisario a Saragozza, a bordo di un aereo sanitario noleggiato dalla presidenza algerina.

Categorie
Dal Mondo News

Foreign fighter in Germania: la denuncia della tv francese

L’inchiesta è stata condotta dalla tv francese M6

L’emittente televisiva privata francese M6 ha trasmesso un’inchiesta esclusiva sul pericolo del ritorno dei terroristi dalla Siria e dai teatri di guerra mediorientali in Europa. L’inchiesta lancia l’allarme su quello che definisce come una futura “Germanistan” per il ritorno di numerosi foreign fighter nel territorio tedesco tramite i balcani da Siria e Iraq dopo la sconfitta dello Stato islamico sul terreno.
Il reportage del canale francese denuncia come numerosi foreign fighter siano riusciti a spostarsi dalla Siria in Germania senza essere seguiti dalle forze di sicurezza dei paesi europei. Sulla falsariga di quella che è stato definito in passato “Londonistan”, per la presenza di terroristi in Gran Bretagna come il noto Abu Hamza, l’inchiesta lancia l’allarme per la nascita di quello che definisce una futura “Germanistan”. In particolare, è stata denunciata la mancanza di cooperazione con i paesi impegnati in prima linea nell’ambito della lotta al terrorismo come il Marocco da parte delle autorità tedesche come nel caso del marocchino Mohammed Hajib noto per la sua adesione ad al Qaeda come dimostrato da diversi video apparsi in rete.
Il reportage parla di circa 500 combattenti fuggiti dalla Siria, Iraq e Turchia in Europa con la caduta del califfato del Daesh. Questi foreign fighter si trovano ora in Germania dove si sono riconvertiti in diverse attività professionali grazie al fatto che le forze di sicurezza tedesche le considerano come persone normali.
Il reportage mostra il video di Samir, un terrorista dello Stato islamico che in alcuni filmati veniva ripreso mentre giocava con la testa delle sue vittime, e che attualmente risiederebbe con suo moglie nel sud della Germania, al confine con la Francia. Si fa l’esempio infine di altri due terroristi segnalati dall’intelligence marocchina per la loro presenza in Germania. La loro segnalazione è stata ignorata dalle autorità di Berlino. Il video mostra le foto di un altro membro dello Stato islamico, Majid, individuato in Germania come proprietario di diverse attività commerciali realizzate con fondi arrivati dalla Turchia. Il reportage accusa infine Berlino di non rispondere alle segnalazioni sulla presenza di queste persone considerate altamente pericolose per la sicurezza europea nel proprio paese.

Categorie
Dal Mondo News

Conflitto nel Sahara: l’Algeria interviene e chiede l’intervento Usa

Pur sostenendo di non essere parte del conflitto nel Sahara, il Parlamento algerino è intervenuto chiedendo al neo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, l’annullamento della decisione del suo predecessore Donald Trump relativa al riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara. Nonostante il riconoscimento statunitense sul Sahara sia una decisione presa da uno Stato sovrano su cui, né il Parlamento algerino né i generali che governano l’Algeria possono fare nulla, i deputati algerini hanno deciso di entrare nel merito della questione, pur avendo ripetutamente gridato di non far parte del conflitto per decenni.

Algeri sembra dunque continuare a minare l’integrità territoriale del Marocco, cercando invano di rendere nulla la decisione degli Stati Uniti sulla sovranità del Regno sulle sue regioni meridionali.

Nella lettera che i deputati algerini hanno redatto martedì scorso da inviare a Washington si precisa che il decreto di Trump viola i principi Usa in materia. Nella lettera i parlamentari omettono deliberatamente di menzionare che la decisione Usa è solo la consacrazione di una posizione costante degli Stati Uniti negli ultimi anni, volta a includere le Province meridionali nei programmi e negli accordi degli Stati Uniti con il Regno del Marocco. Quello di Trump è dunque un decreto presidenziale pubblicato dal Registro federale, e non una posizione personale, distribuito anche agli Stati membri delle Nazioni Unite come documento ufficiale del Consiglio di Sicurezza, nelle sei lingue ufficiali dell’Onu. Il testo, infatti, ribadisce il sostegno degli Stati Uniti alla “proposta di una seria, credibile e realistica autonomia del Marocco quale unica base per una giusta e duratura soluzione della controversia sul territorio del Sahara”. 

Non mancano inoltre le critiche da parte dei dissidenti algerini, come Hisham Abboud, che in un video diffuso sui social ha rivolto aspre critiche “al Parlamento algerino” definendolo “vuoto” che non si occupa dei problemi del popolo algerino come quello degli studenti presenti nelle carceri di Algeri. Abboud ha sottolineato che “invece di adempiere al suo dovere di difendere i diritti delle persone usurpati, il parlamento algerino invia un messaggio al presidente Usa sul diritto del Polisario all’autodeterminazione”. Abboud ha invitato “i parlamentari algerini a prestare attenzione agli affari interni del paese e a determinare il destino del proprio popolo”.

Categorie
Dal Mondo News

Forum libico a Ginevra: poche certezza e nuove domande

Sono passati solo una decina di giorni da quando le Nazioni Unite in Libia hanno sostenuto i negoziati, e i rappresentanti di tutte le organizzazioni politiche si sono già incontrati una seconda volta. Come risultato dell’incontro, i partecipanti al Forum hanno approvato il processo di elezione dei candidati delle autorità esecutive federali per il periodo della campagna. Tuttavia, i preparativi per il Forum e la sua organizzazione hanno lasciato più domande che risposte. Innanzitutto, l’incontro in sé non si è svolto nel territorio libico, come volevano i libici, ma in Svizzera. Il processo di votazione è stato effettuato da remoto. Una procedura che mette in discussione l’oggettività della votazione stessa. È importante notare che tutti i delegati del Libyan Political Dialogue Forum (LPDF) sono stati approvati dall’ONU e rappresentati principalmente dai politici fedeli al GNA e ai Fratelli Musulmani. Sono questi che hanno determinato l’esito della votazione. Ciò conferma il fatto che la stragrande è stata semplicemente utilizzata e la trasparenza del voto è quindi messa i discussione. Per questo, ancora una volta, le azioni dell’UNSMIL sono state criticate dalla comunità libica. Bisogna anche considerare che l’inviato speciale ad interim per la Libia, Stephanie Williams, è stato sostituito a causa della scadenza del mandato il 4 novembre 2020. L’inviato speciale ad interim per la Libia sarà ora Jan Kubis. I membri del gruppo terroristico dei Fratelli Musulmani rappresentati durante la LFPD dal partito Justice and Construction, si sono opposti alla sostituzione di Williams in quanto la nomina del nuovo capo della missione Onu in Libia minaccia di sconvolgere i loro piani. Il risultato è che i rappresentanti delle Nazioni Unite stanno prendendo decisioni affrettate sulla formazione di un nuovo governo di transizione in Libia e sull’elezione dei suoi membri. Il popolo libico ha bisogno di più tempo per capire cosa sta succedendo e per prendere la decisione giusta sui candidati candidati delle sorti del Paese prima di scegliere il capo dello Stato. Le elezioni in Libia dovrebbero tenersi il 24 dicembre 2021: questa data è stata fissata in occasione dei primi negoziati inter libici svoltisi in Tunisia. Secondo le Nazioni Unite, questa procedura dovrebbe avere un effetto benefico nel raggiungimento di una vera tregua e nel preservare fornito della Libia. Tuttavia, l’elezione del nuovo capo della Libia, dettata dagli interessi dei paesi occidentali, non risolverà i problemi esistenti, ma ne creerà solo di nuovi.