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Marocco-USA: Mohammed VI riceve chiamata Biden

Il presidente degli Stati Uniti ha espresso le sue condoglianze per le vittime del terremoto

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha ricevuto oggi 18 settembre una telefonata dal Presidente degli Stati Uniti, Joseph R. Biden.

Lo ha annunciato l’agenzia di stampa del Marocco, “Map”.

Nel corso di questo colloquio, il Presidente USA ha espresso le sue condoglianze personali, nonché quelle del popolo e del governo americano, al Re e al popolo marocchino. In seguito al doloroso terremoto che ha colpito diverse province del Regno.

Il presidente Biden, in questa occasione, ha elogiato la rapidità e l’efficienza della gestione della crisi. In conformità con le istruzioni reali. Intervenendo sulle conseguenze di questo disastro naturale su larga scala.

Biden ha inoltre espresso la disponibilità degli Stati Uniti d’America a fornire l’aiuto e il sostegno necessari al Regno. Sulla base dei bisogni individuati dalle autorità marocchine. Ciò rientra nel quadro del piano d’azione multiforme implementato dal Regno per affrontare questa tragedia.

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Marocco: la visita di Macron non è in programma

La visita del presidente della Francia Macron in Marocco, non è all’ordine del giorno né è prevista secondo fonti ufficiali del governo

La visita del presidente francese, Emmanuel Macron in Marocco “non è all’ordine del giorno e non è prevista”. Lo ha detto una fonte ufficiale del governo marocchino.

In un’intervista, il capo della diplomazia francese, Catherine Colonna, ha annunciato la programmazione di una visita del presidente Macron in Marocco. Che doveva essere su invito del re Mohammed VI.

Il Marocco ha però smentito la notizia. La fonte ufficiale del governo di Rabat è sorpresa che Colonna abbia preso “questa iniziativa unilaterale e si sia data la libertà di fare un annuncio non concertato riguardo ad un’importante scadenza bilaterale”.

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Arabia Saudita: dal 25 al 29/9 apre un villaggio a Roma

In occasione della festa nazionale del Regno e nell’ambito dei 90 anni di relazioni con l’Italia

L’Arabia Saudita aprirà la prossima settimana il suo villaggio nel centro di Roma. Presso Casina Valadier, nel cuore di Villa Borghese dal 25 al 29 settembre 2023 ti aspetta il Saudi Village. Un’occasione unica per immergersi nei colori, le tradizioni e i sapori dell’Arabia Saudita. L’ingresso è gratuito.

L’evento è stato pensato in occasione della festa nazionale del Regno e nell’ambito dei 90 anni di relazioni con l’Italia. Nulla a che fare quindi con l’avvicinarsi dell’appuntamento per l’assegnazione della sede di Expo 2030 che vede Roma e Riad candidati.

I cancelli di Casina Valadier, Piazza Bucarest, saranno aperti dal 25 al 29 settembre 2023 dalle 15.00 alle 23.00. Il 28 settembre 2023 invece dalle 10.00 alle 18.00. E’ prevista un’accoglienza indimenticabile. Il popolo saudita ha qualcosa di unico e distintivo in fatto di accoglienza, cordialità e ospitalità. Il Saudi Village è pronto ad accogliere gli ospiti e farli vivere un viaggio straordinario tra i paesaggi e la cultura dell’Arabia Saudita restando in città.

E’ previso un percorso per tutta la famiglia. Lungo il percorso, troverete un’area giochi dedicata ai bambini, e attività di intrattenimento per ogni fascia d’età. Potrete assistere a performance musicali, artistiche e agli eventi sul palco centrale.

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Marocco: Mohammed VI visita vittime terremoto

Il monarca nell’ospedale di Marrakech, ne bacia uno sulla testa e dona il sangue

Il Re del Marocco ha dimostrato solidarietà al suo Paese che conta le vittime di un potente terremoto.

Ha visitato infatti i feriti in un ospedale situato non lontano dall’epicentro e donando il suo sangue.

Il re Mohammed VI ha ispezionato l’ospedale che porta il suo nome nella città di Marrakech.

Si è informato sui servizi di recupero e sulle cure fornite ai feriti del terremoto di venerdì sera e sulla situazione dei sopravvissuti. Lo ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale MAP.

Un video mostra il Re, le cui apparizioni pubbliche sono normalmente limitate a occasioni speciali, al capezzale di diversi pazienti. Chinato su un ragazzino per dargli un bacio sulla testa. E’ apparso anche accanto a un uomo più anziano.

Con una mossa a sorpresa, il monarca è stato visto seduto su una sedia, con il cappotto tolto, le bretelle scoperte e le maniche della camicia arrotolate, il braccio pronto a donare il sangue.

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Marocco: prime misure post terremoto

Mohammed VI lancia misure di emergenza per far fronte agli effetti del terremoto nella regione di Marrakech

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha presieduto una sessione di lavoro presso il Palazzo Reale di Rabat. Erano presenti il capo del governo e i responsabili dei ministeri. Tutti preoccupati per le conseguenze del terremoto nella regione di Marrakech. Erano presenti anche i rappresentanti delle Forze Armate Reali, le autorità regionali e locali delle zone colpite. Quelli delle forze dell’ordine e le squadre della protezione civile per informarsi sulle misure adottate in seguito al sisma che ha causato finora la morte di oltre 1.300 persone.

Mohammed VI ha ordinato il dispiegamento di tutti i mezzi umani e materiali. Sia terrestri che aerei, necessari per la cura delle vittime e la ricerca dei sopravvissuti tra le macerie. Questo nonappena è stato registrato il terremoto e confermata l’entità dei danni subiti.

Il Marocco ha predisposto un importante dispositivo di assistenza in risposta al terribile terremoto che lo ha colpito.

Dopo una prima valutazione d’emergenza delle misure adottate, il Re ha chiesto di intensificare gli sforzi data l’entità del terremoto. E’ il più forte della storia del Marocco, di magnitudo 7 della scala Richter, che ha causato la morte di oltre 1.300 persone. Più di 1.800 feriti. Ha causato danni materiali in diverse città nella zona del disastro intorno a Marrakech.

Il Re Mohammed VI, accompagnato dal Principe ereditario Moulay El Hassan, ha presieduto nel pomeriggio di sabato 9 settembre 2023 presso il Palazzo Reale di Rabat, una sessione di lavoro.

I dipartimenti ministeriali interessati, si sono concentrati principalmente su:

Rafforzare le risorse e le squadre di ricerca e salvataggio per accelerare le operazioni di salvataggio ed evacuazione delle persone ferite; la fornitura di acqua potabile alle zone colpite; la distribuzione di kit alimentari, tende e coperte a beneficio delle vittime; la rapida ripresa dei servizi pubblici.

Si ricorda a questo proposito che, su istruzioni del Re Mohammed VI, Guida Suprema e Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze armate reali, le FAR hanno dispiegato con urgenza importanti risorse umane e logistiche, aeree e terrestri, nonché moduli di intervento specializzati basato su squadre di ricerca e soccorso e un ospedale da campo medico-chirurgico.

In questo contesto, il Re ha dato istruzioni affinché prosegua tempestivamente le azioni di soccorso effettuate sul terreno, e al fine di:

Istituire immediatamente una commissione interministeriale incaricata di attuare, il più rapidamente possibile, un programma di riabilitazione di emergenza e di assistenza per la ricostruzione delle abitazioni distrutte nelle zone colpite dal disastro. Prendersi cura delle persone in difficoltà, in particolare degli orfani e delle persone vulnerabili.
Assistenza immediata a tutte le persone che si ritrovano senza casa a causa del terremoto, in particolare in termini di alloggio, cibo e tutti gli altri bisogni primari.

L’incoraggiamento degli operatori economici in vista di una rapida ripresa delle attività nelle aree interessate.
L’apertura di un conto speciale presso il Tesoro e la Banca Al Maghrib, al fine di ricevere contributi volontari di solidarietà da parte di cittadini e organizzazioni pubbliche e private. La piena mobilitazione della Fondazione Mohammed V per la Solidarietà, in tutte le sue componenti, per fornire sostegno e accompagnamento ai cittadini nelle zone colpite. La creazione di riserve e scorte di beni di prima necessità (medicinali, tende, letti, cibo, ecc.) in ciascuna regione del Regno per prepararsi a qualsiasi tipo di catastrofe.

È stato inoltre deciso un lutto nazionale di 3 giorni, con bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici.

Il Re ha dato le istruzioni al Ministro degli Habous e degli Affari Islamici per l’esecuzione della preghiera degli assenti (Salat Al Ghaib) in tutte le moschee del Regno, per il resto per le anime degli assenti vittime.

Il Sovrano ha inoltre espresso i più sinceri ringraziamenti del Regno del Marocco ai tanti paesi fraterni e amici che hanno espresso la loro solidarietà al popolo marocchino. In questa difficile situazione e molti dei quali hanno espresso la loro disponibilità a fornire aiuto e assistenza in queste particolari circostanze.

Hanno preso parte a questa sessione di lavoro il Capo del Governo, Aziz Akhannouch, il Ministro degli Interni, Abdelouafi Laftit, il Ministro della Sanità e della Protezione Sociale, Khalid Ait Taleb, nonché il Tenente Generale, Mohammed Berrid. , Ispettore Generale delle FAR e Comandante della Zona Sud, Tenente Generale, Mohamed Haramou, Comandante della Gendarmeria Reale, Generale di brigata, Mohamed Elabbar, Ispettore del Servizio di Sanità Militare delle FAR, Colonnello Maggiore Ihssane Lotfi, Direttore Generale della Protezione Civile, Abdellatif Hammouchi, Direttore Generale della Sicurezza Nazionale, Direttore Generale della Sorveglianza Territoriale Nazionale, e Mohamed El Azami, coordinatore e membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Mohammed V per la Solidarietà”.

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Iran: arrivato nuovo ambasciatore saudita

Martedì 5 settembre è arrivato a Teheran il nuovo ambasciatore dell’Arabia Saudita in Iran, Abdullah bin Saud Al-Anazi

Il nuovo ambasciatore dell’Arabia Saudita in Iran, Abdullah bin Saud Al-Anazi, è arrivato martedì 5 settembre a Teheran per iniziare la sua missione. Lo ha riferito l’agenzia di stampa saudita “SPA”.

Al suo arrivo nella capitale iraniana, Al-Anazi ha affermato che le direttive della leadership saudita sottolineano l’importanza di rafforzare le relazioni. Per intensificare la comunicazione e gli incontri tra il Regno e l’Iran.

Ha aggiunto che l’Arabia Sudita cerca di spostare le relazioni tra i due paesi vicini verso orizzonti più ampi. Considerando che possiedono componenti economiche, risorse naturali e vantaggi che contribuiscono a migliorare gli aspetti di sviluppo, prosperità, stabilità e sicurezza nella regione e per il beneficio comune di i due paesi e i loro popoli.

L’ambasciatore ha sottolineato che la Visione 2030 del Regno rappresenta una tabella di marcia importante. Riflette tutti gli aspetti della cooperazione su cui è possibile costruire per migliorarla. Secondo una prospettiva strategica che stabilisce i principi di buon vicinato, comprensione, dialogo propositivo e rispetto per rafforzare la fiducia reciproca tra i due paesi.

L’Arabia Saudita e l’Iran hanno concordato a marzo di ristabilire le relazioni diplomatiche. Di riaprire le loro ambasciate dopo anni di tensioni tra i due paesi.

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L’Algeria e la Russia rafforzano la partnership militare


Nonostante la guerra in Ucraina l’Algeria e la Russia stanno rafforzando la loro partnership militare. Il capo di stato maggiore dell’esercito algerino, Said Changriha, ha incontrato giovedì 10 novembre ad Algeri il direttore del servizio federale del coordinamento militare russo, Dimitri Evguenievich Chougaev. Secondo il ministero della Difesa algerino, questa visita fa parte della cooperazione militare altamente sviluppata tra i due paesi.

Questo incontro avviene poco prima delle manovre militari congiunte previste per novembre in Algeria, finalizzate alla lotta al terrorismo. Entro la fine dell’anno è atteso a Mosca anche il presidente Abdelmadjid Tebboune.

Le relazioni militari operative tra Algeri e Mosca stanno vivendo una svolta, e la prova sono proprio le manovre congiunte previste dal 16 al 28 novembre 2022 nella regione di Hammaguir a Béchar.

Il passaggio a una fase operativa dei rapporti militari tra Algeria e Russia non risale ad oggi, anzi. Dopo le manovre militari congiunte in Ossezia del Sud del novembre 2021 che hanno visto la partecipazione di un contingente algerino, il mese di settembre 2022 ha visto la partecipazione di un distaccamento di 100 soldati dell’Anp nell’esercitazione “VOSTOK 2022”, organizzata nell’Estremo Oriente della Russia.

Negli ultimi due anni sono state organizzate regolarmente esercitazioni militari navali tra i due eserciti. Pochi giorni prima delle sue manovre, il direttore del Servizio federale per la cooperazione militare e tecnica della Russia, Dimitrii Chougafv, si è recato in Algeria dove ha incontrato il capo di stato maggiore dell’esercito nazionale popolare – ha detto Ciiengriha – 10 novembre 2022.

Questa visita rientra nel quadro del consolidamento dei rapporti tra i due eserciti nonché nel contesto dell’aumento del budget militare algerino per l’anno 2023, che raggiungerà i 23 miliardi di dollari, prospettiva che avrebbe portato i funzionari militari russi ad avvicinarsi all’Algeria al fine di monopolizzare una parte significativa di questa dotazione di bilancio sotto forma di contratti per gli armamenti. Questa fortuna finanziaria che Mosca raccoglierà aiuterà sicuramente a finanziare e sostenere lo sforzo bellico russo in Ucraina.

Le manovre di Béchar sono solo un messaggio di Mosca all’Occidente, a dimostrazione della capacità della Russia di schierarsi vicino agli interessi occidentali nel Mediterraneo occidentale. Il rapporto indissolubile tra Algeria e Russia sul piano geopolitico, che colloca Algeri nel clan filorusso è evidente così come la discrepanza tra la narrazione ufficiale algerina che sostiene il non allineamento e la neutralità con la realtà sul campo che parla di un’alleanza infallibile tra Algeria e Russia.

E’ evidente l’esistenza di un clan all’interno dell’establishment algerino che considera sacra l’alleanza con Mosca e uno dei fondamenti dello stesso Stato algerino.
Mosca considera l’Algeria un fronte avanzato nella sua strategia di confronto militare con l’Occidente, a cui ricorrerà per concedere spazio alla sua forza d’attacco, che erige il confine algerino-marocchino in una linea di demarcazione tra l’Occidente zona di influenza e quella dell’ex blocco socialista. Questo allineamento dell’Algeria con le posizioni russe dovrebbe indurre i paesi occidentali a rivedere la loro strategia e partnership con questo paese, le cui posizioni sono contrarie ai loro interessi geopolitici. In un momento in cui l’Algeria gode dei dividendi dei suoi contratti energetici con l’Occidente, continua a rafforzare la sua cooperazione militare con Mosca. Una cooperazione che non si limita solo all’aspetto bilaterale, poiché l’Algeria ha contribuito concretamente a facilitare l’insediamento militare russo nel continente africano.

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Allarme diritti umani in Algeria: la denuncia di 15 ONG

In una dichiarazione congiunta per le missioni diplomatiche accreditate, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) e le ONG con sede a Ginevra, 15 Organizzazioni non governative hanno presentato la situazione dei diritti umani in Algeria definendola «estremamente preoccupante». È successo al termine di una tavola rotonda tenutasi lunedì 14 novembre 2022 a Ginevra.

Durante l’Universal Periodic Review (UPR) dell’Algeria sulla situazione dei diritti umani, tenutosi l’11 novembre 2022 davanti al Consiglio dei diritti umani a Ginevra, la delegazione algerina guidata dal ministro della Giustizia, Abderrachid Tabi, ha fornito una falsa argomentazione rispetto agli impegni di cooperazione tra l’Algeria e gli organi delle Nazioni Unite.

Lo hanno notato 15 ONG durante un tavolo di confronto lunedì 14 novembre 2022 a Ginevra. Al tavolo hanno preso parte esperti di migrazione, accademici e difensori dei diritti umani delle province meridionali, della Svizzera, dell’Italia e della Spagna.

In questo frangente le carenze rispetto alla situazione dei diritti umani in Algeria sono state portate all’attenzione della comunità internazionale attraverso una dichiarazione congiunta destinata alle Missioni diplomatiche accreditate a Ginevra, all’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) e alle ONG con sede a Ginevra.

Le affermazioni che l’Algeria cooperi in “buona fede” con i meccanismi delle Nazioni Unite e si sia dichiarata pronta a ricevere i mandatari per gli anni 2023 e 2024 sono false perché il Comitato contro la tortura (CAT) aveva deciso di sospendere il dialogo con l’Algeria a causa del sua rifiuto a collaborare.

Inoltre, diversi relatori speciali non hanno potuto visitare l’Algeria a causa di cancellazioni dell’ultimo minuto, in particolare il Gruppo di lavoro sulle sparizioni forzate o involontarie (GTDFI), che, da 20 anni, cerca di entrare in Algeria. In particolare la visita del Relatore speciale sulla libertà di riunione pacifica è stata annullata con il pretesto delle restrizioni sanitarie legate al Covid 19.

Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, il ministro della Giustizia algerino ha affermato che non vi è contraddizione tra la normativa nazionale e internazionale in materia , e che la definizione di terrorismo rientrava nella discrezionalità dello Stato.

Per quanto riguarda i procedimenti legali contro attivisti, giornalisti, influencer e difensori dei diritti umani, il ministro algerino ha affermato che i procedimenti giudiziari sono molto rari e conformi al codice penale e che la giustizia, essendo indipendente, prende le decisioni appropriate, conclude il comunicato congiunto.

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Marocco: non partecipazione a voto ONU non è posizione su guerra Ucraina


La mancata partecipazione del Marocco al voto presso l’ONU, non può essere oggetto di alcuna interpretazione in relazione alla sua posizione di principio in merito alla situazione tra Federazione Russa e Ucraina.

Lo spiega in un comunicato stampa il Ministero degli Affari Esteri di Rabat. Il Regno del Marocco, infatti, continua a seguire con preoccupazione l’evolversi della situazione tra l’Ucraina e la Federazione Russa. Deplora l’escalation militare che, purtroppo, fino ad oggi ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti e che ha causato sofferenze umane da entrambe le parti, soprattutto perché questa situazione ha un impatto su tutte le popolazioni e gli Stati della regione e oltre.

Il Regno del Marocco ribadisce il suo forte attaccamento al rispetto dell’integrità territoriale, della sovranità e dell’unità nazionale di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite, e ricorda che, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite, i Membri dell’Organizzazione devono risolvere le loro controversie con mezzi pacifici e secondo i principi del diritto internazionale, al fine di preservare la pace e la sicurezza nel mondo, aggiunge lo stesso fonte.

Il Marocco si è sempre adoperato per promuovere il non uso della forza per la risoluzione delle controversie tra Stati. Chiede la continuazione e l’intensificazione del dialogo e della negoziazione tra le parti per porre fine a questo conflitto e incoraggia tutte le iniziative e le azioni a tal fine.
Inoltre, in risposta all’appello del Segretario generale dell’Onu, il Marocco ha deciso di contribuire finanziariamente agli sforzi umanitari delle Nazioni Unite e dei paesi limitrofi, conclude la stessa fonte.

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NATO: ieri il webinar “L’allargamento ad Est”

Si è tenuta ieri la videoconferenza organizzata dall’associazione Il Burbero sul tema “L’allargamento della NATO ad Est, tra rischi di guerra e ripercussioni sull’Europa”. Sono intervenuti all’evento il responsabile dell’organizzazione Angelo Simula, la dirigente Elisabetta De Luca, il sociologo Fabrizio Fratus e l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Vincenzo Sofo. Ha moderato l’incontro l’animatore del blog Il Burbero Mario D’Aquino. D’Aquino ha messo in evidenza in particolare gli squilibri prodotti dall’allargamento dell’Alleanza Atlantica ad Est sia nei rapporti con la Russia, sia a livello di relazioni intraeuropee e inter-atlantiche: “Nei negoziati che si stanno avendo in questi giorni tra il Cremlino e le cancellerie occidentali – ha affermato – si scontrano due diversi principi: quello della cosiddetta ‘sicurezza condivisa’, invocato da Mosca, e quello della libertà degli stati sovrani di scegliere il sistema di alleanze internazionali al quale aderire senza vincoli esterni”. “La seconda – ha proseguito – appare una posizione assolutamente legittima, in teoria, nella pratica non è possibile un ordine pacifico del pianeta se qualcuno non sente che la propria sicurezza è pienamente garantiti da determinati equilibri geopolitici, che hanno ricadute politiche militari ed economiche”. L’affiliazione dei paesi aderenti un tempo al Patto di Varsavia, ha aggiunto “ha creato problemi sia all’interno dell’Unione Europea (pensiamo all’atavica contrarietà polacca e baltica al North Stream che consente al gas russo di arrivare in Germania bypassando i loro territori), sia tra gli Stati Uniti e l’Europa nel suo complesso (basti pensare che l’attuale crisi ucraina, compromettendo il flusso di gas russo a buon mercato impone agli stati europei di acquistare il costoso shale gas, è una delle principali cause dell’aumento senza precedenti delle bollette dei consumatori europei, ma anche del rilancio dell’industria petrolifera statunitense)”. Secondo Fratus, inoltre,  “l’adesione alla NATO di paesi storicamente russofobi come Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia (e parzialmente Romania e Bulgaria) ha immesso elementi di forte aggressività, a volte illogici, supportati soprattutto da alcuni apparati americani e dalla Gran Bretagna, da sempre interessate ad evitare che si venisse a crea un blocco europeo in grado di sottrarsi all’egemonia delle potenze marittime anglofone”. “Di fatto, i paesi del blocco orientale ex Patto di Varsavia – ha evidenziato Fratus – hanno costituito una sorta di cintura di sicurezza attorno alla Russia (l’’Intermarium’), con l’obiettivo di evitare che si saldassero gli interessi energetici, economici, politici e, eventualmente, militari di Mosca con quelli dei paesi dell’Europa occidentale e centrale, vero nocciolo duro dell’Unione Europea.

Nelle sue conclusioni l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Vincenzo Sofo, ha rilevato come, proprio in questo frangente in cui le tensioni legate alla crisi ucraina si vanno esasperando, “chi sembra mancare all’appuntamento, dimostrando di essere incapace di tutelare i propri interessi e di posizionarsi a livello strategico come un progetto politico unitario, è proprio l’Europa. Un dato di fatto – ha evidenziato Sofo – reso plasticamente manifesto dall’andirivieni tra Kiev e Mosca dei capi di Stato e di Governo di Francia, Germania e presto, secondo quanto annunciato da Draghi, Italia. L’assenza di una politica estera unica e, soprattutto, di una forza di deterrenza militare lascia l’Europa in balia delle logiche di Mosca e di Washington”.

Francesco Di Stefano