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Un nuovo asilo per i piccoli di Maaloula

Dopo la distruzione da parte di Al Qaida arriva la ricostruzione italiana

L’asilo San Giorgio di Maaloula, distrutto dai terroristi di Al Nousra Al Qaida, verrà ricostruito e tornerà ad ospitare bambini e bambine di tutte le confessioni religiose. Il “regalo natalizio” arriverà dalla Regione Piemonte, prima in assoluto tra tutte le regioni italiane ad intervenire in Siria con un progetto di cooperazione internazionale insieme alla Fondazione HOPE e al Patriarcato Greco-melchita cattolico.

Il progetto sosterrà il ritorno alla normalità della popolazione di Maaloula, gravemente colpita durante l’occupazione del gruppo terroristico jihadista Jabat Al Nousra (Al Qaida) nel 2013. Obiettivo specifico del progetto sarà quello di permettere il ritorno all’asilo in sicurezza di oltre 50 bambini di età compresa tra 3 e 6 anni, di tutte le religioni e confessioni presenti sul territorio cittadino, grazie alla ristrutturazione di 4 aule dell’asilo San Giorgio in sostituzione di quelle andate distrutte nel 2013 e ancora inagibili. Questo permetterà da un lato ai bambini di stare insieme in un contesto sereno (molti vengono da situazioni di grave disagio familiare tanto da non poter contribuire alle spese scolastiche) e ai genitori di svolgere il proprio lavoro in serenità sapendo i propri figli in un ambiente sicuro.

“Con questa azione umanitaria, unica finora nel panorama della cooperazione decentrata delle Regioni, riscopriamo il senso più vero del Natale – spiega l’assessore alla Cooperazione Internazionale della Regione Piemonte Maurizio Marrone. “Il Piemonte sarà protagonista della ricostruzione di quella culla della cristianità così profondamente ferita dall’odio islamista, partendo dall’assistenza ai bambini che rappresentano la migliore garanzia per il futuro di questa Siria, tornata sovrana all’insegna della libertà di culto e del pluralismo confessionale”.
“Maaloula è un luogo simbolico per cristiani e musulmani, che nel corso dei millenni ha rappresentato un modello riuscito di convivenza – dichiara Samaan Daoud, Desk Officer Medio Oriente di HOPE -. L’attacco terroristico di Al Nousra ha rappresentato quindi non solo un attacco nei confronti della popolazione cristiana, ma soprattutto a quello stesso “modello” faticosamente costruito e che oggi deve poter rinascere”.
“Ripartire con la ricostruzione dell’asilo è per noi un primo passo importante per edificare nuovamente il modello di convivenza che è stata la caratteristica di Maalolula – prosegue Marcello De Angelis, Vice Presidente di HOPE -. Questo sarà il primo mattone per ricostruire l'”edificio” della convivenza culturale e religiosa. Un segnale concreto, che contribuirà in maniera concreta. L’asilo è il luogo dove rinasce e cresce la convivenza. Nel momento in cui i bambini vivono lo stesso luogo, la stessa comunità torna a riannodare i suoi legami e ricucire le sue ferite”.

Prima dell’attacco del 2013 Maaloula contava circa 8.000 abitanti (15.000 in estate), attualmente sono rientrate nelle loro case circa 3.000 persone, mentre i restanti sono ancora rifugiati all’estero. Il progetto contribuirà anche a favorire il rientro profughi e a consentire a loro e a loro figli di riprendere una vita normale.

di E. C.

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