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Marocco da il via a operazione Gerusalemme per Ramadan

Su istruzioni di Mohammed VI come Presidente del Comitato Al Quds, l’Agenzia Bayt Mal Al Quds Acharif lancia l’operazione umanitaria nella Città Santa in occasione del mese sacro del Ramadan

Il re del Marocco, Mohammed VI, in qualità di Presidente del Comitato Al Quds, ha ordinato all’Agenzia Bayt Mal Al Quds Acharif di avviare un’operazione di aiuto umanitario a Gerusalemme. L’operazione interessa la spianata dell’Augusta Victoria Hospital (Al Mutlaa), alla presenza del direttore responsabile della gestione dell’Agenzia, Mohamed Salem Echarkaoui, di diversi dignitari religiosi, eminenti personalità e rappresentanti delle istituzioni sociali.

L’Agenzia Bayt Mal Al Quds precisa, in un comunicato, che questa operazione rientra nella costante preoccupazione di Mohammed VI rispetto alla città di Gerusalemme e la sua popolazione, attraverso il ruolo svolto dall’Agenzia. In questo modo contribuirà per più di un quarto di secolo al miglioramento della situazione socio-economica dei cittadini di Gerusalemme e al sostegno delle istituzioni della Città.

Questo aiuto umanitario consiste nella distribuzione di 2.000 cesti alimentari a beneficio di 2.000 famiglie bisognose, inclusi 22 prodotti di base, tra cui quelli destinati ai bambini e altri per le persone che seguono una dieta specifica.

Riguardano anche la distribuzione di 1.000 pasti al giorno, che permette di assicurare gran parte del fabbisogno alimentare dei beneficiari in questo mese benedetto, in particolare di quelli iscritti negli elenchi delle associazioni partner e dei ricoverati nei centri ospedalieri o residenti in le case di accoglienza.

L’Agenzia ha preso in considerazione, nella gestione dell’operazione di distribuzione degli aiuti alimentari, diverse disposizioni speciali nonché un calendario ben definito che tiene conto della situazione ad Al Quds, nel rigoroso rispetto delle condizioni di sicurezza sanitaria di alcuni prodotti.

I beneficiari dei cesti alimentari e dei pasti sono distribuiti nei diversi quartieri di Gerusalemme, come Al Balda Al Qadima, Salouane, Cheikh Jarrah, Chaafat camp, Attaouri, Al Isawiya, Qalandia camp e Al Ram.

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Marocco: lanciata operazione beneficenza Ramadan 1445

Lo ha fatto il re Mohammed VI da Rabat

Il re del Marocco, Mohammed VI, ha lanciato oggi nel quartiere Yaâcoub El Mansour di Rabat, l’operazione nazionale “Ramadan 1445”. Avviata dalla Fondazione Mohammed V per la Solidarietà in occasione del mese sacro della Ramadan, ne beneficeranno un milione di famiglie, ovvero quasi 5 milioni di persone.

Molto significativa in questo mese benedetto, questa azione di generosità, divenuta una tradizione nel corso dei suoi 25 anni di esistenza, riflette la costante preoccupazione reale per le popolazioni in situazioni di vulnerabilità sociale e stabilisce i valori dell’umanità e della solidarietà, del mutuo aiuto. e condivisione, caratteristiche della società marocchina.

Mobilitando un budget di 347 milioni di dirham, l’operazione “Ramadan 1445”, che prevede la distribuzione di 34.550 tonnellate di prodotti alimentari (farina, latte, riso, olio, zucchero, concentrato di pomodoro, vermicelli, lenticchie e tè), mira a fornire aiuto e conforto alle categorie sociali più vulnerabili, in particolare alle vedove, agli anziani e alle persone con disabilità.

Per questa 25a edizione, 82.040 famiglie beneficiarie provengono dalle tre province di Al Haouz, Taroudant e Chichaoua, colpite dal terremoto dell’8 settembre 2023.

L’operazione “Ramadan” è infatti cresciuta di dimensioni negli ultimi anni, raggiungendo nel 2023 il livello di 1.000.000 di famiglie beneficiarie (473.900 nel 2017 e 600.000 nel 2020), stabilite in 83 province e prefetture del Regno e di cui il 74% vive in zone rurali le zone.

Questa operazione nazionale, organizzata con il sostegno finanziario del Ministero dell’Interno e del Ministero degli Habous e degli Affari islamici, è in linea con il programma umanitario guidato dalla Fondazione Mohammed V per la Solidarietà e mirato a fornire sostegno a coloro che ne hanno più bisogno , promuovendo al contempo la cultura della solidarietà.

Per il buon andamento di questa operazione sono mobilitate migliaia di persone, supportate da operatori sociali e volontari, presso i 1.304 punti di distribuzione allestiti su tutto il territorio nazionale. Garantiranno la consegna degli aiuti alimentari ai capifamiglia e ai rappresentanti delle famiglie beneficiarie.

L’attuazione di questa iniziativa è inoltre soggetta a controlli, in particolare a livello di due comitati, uno locale e l’altro provinciale, che monitorano sul territorio l’approvvigionamento dei Centri di Distribuzione, l’identificazione dei beneficiari e la distribuzione dei generi alimentari. L’identificazione dei beneficiari, infatti, è soggetta, come ogni anno, al lavoro sul campo svolto dagli enti locali, che consente di valutare le condizioni di vita di queste persone e la loro situazione attuale sulla base di criteri socio-economici.

I servizi sociali delle Forze Armate Reali, della Gendarmeria Reale, del Ministero dell’Agricoltura, della Pesca Marittima, dello Sviluppo Rurale e dell’Acqua e delle Foreste, del Ministero dell’Istruzione Nazionale, della Scuola Materna e dello Sport, del Mutuo Soccorso nazionale, della Promozione Nazionale, dell’Ufficio Nazionale dell’Elettricità e Acqua Potabile, e anche le autorità locali danno il loro sostegno alla Fondazione Mohammed V per la Solidarietà per garantire il buon funzionamento di questa operazione di solidarietà.

Il Ministero della Salute e della Protezione Sociale e l’Ufficio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (ONSSA) assicurano, da parte loro, il controllo di qualità dei prodotti alimentari distribuiti.

In questa occasione, il monarca ha consegnato, come gesto simbolico, cesti di generi alimentari a 10 capi o rappresentanti di famiglie beneficiarie dell’operazione “Ramadan 1445”, prima di posare per una foto ricordo con i volontari che partecipare a questa operazione di solidarietà.

L’operazione nazionale di sostegno alimentare, dal suo lancio nel 1998, ha mobilitato un budget complessivo di oltre 2 miliardi di dirham, con un numero di famiglie beneficiarie aumentato da 34.100 nel 1998 a un milione a partire dal 2023.

L’operazione “Ramadan 1445” si aggiunge così alle diverse azioni e iniziative umanitarie intraprese da Mohammed VI con l’obiettivo di promuovere la cultura della solidarietà e garantire uno sviluppo umano inclusivo e sostenibile.

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Medio Oriente: Marocco invia aiuti umanitari a Gaza

Su ordine del re Mohammed VI

Il re del Marocco, Mohammed VI, in qualità di Presidente del Comitato Al Quds, ha dato ordine di avviare un’operazione umanitaria con l’invio di aiuti alimentari, via terra, destinata alla popolazione palestinese di Gaza e alla città di Gerusalemme.

Si legge in un comunicato del ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero, che questi aiuti, inviati con l’inizio del mese del Ramadan, intervengono per alleviare le sofferenze delle popolazioni palestinesi, e in particolare delle categorie più vulnerabili. Gli aiuti per la popolazione di Gaza consistono in più di 40 tonnellate di generi alimentari, compresi i beni di prima necessità.

Oltre agli aiuti istituzionali, distribuiti in particolare attraverso la Fondazione Mohammed V per la Solidarietà, Mohammed VI si è fatto carico, con fondi personali del Sovrano, di gran parte degli aiuti inviati, tra cui in particolare quelli destinati ai neonati e ai bambini piccoli, sottolinea la stessa fonte. Il ministero precisa che, dallo scoppio delle ostilità armate più di 5 mesi fa a Gaza, il Marocco è il primo paese a trasportare, attraverso questa via terrestre senza precedenti, i suoi aiuti umanitari che saranno consegnati direttamente alle popolazioni beneficiarie.

Mohammed VI, come presidente del Comitato Al Quds, ha dato ordine all’Agenzia Bayt Mal Al Quds, affinché fornisca aiuti alimentari alle popolazioni di Gerusalemme. Verranno così distribuiti 2.000 cesti alimentari a beneficio di 2.000 famiglie di Gerusalemme e verranno serviti 1.000 pasti al giorno a beneficio dei palestinesi della città. L’aiuto prevede anche la fornitura di una sala di coordinamento dell’emergenza all’ospedale della città santa. Questa operazione umanitaria su vasta scala a beneficio delle popolazioni palestinesi conferma l’impegno e la preoccupazione del re Mohammed VI, a favore della Causa palestinese, conclude il comunicato. Questa iniziativa si inserisce in una lunga tradizione di solidarietà attiva e concreta con la causa palestinese. I media locali ricordano, commentando questa iniziativa, come gli scritti degli storici di Rabat attestino che la presenza marocchina a Gerusalemme e nei territori palestinesi risale a più di 1000 anni fa.

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Senegal: Sall traccia un bilancio della sua presidenza

Nel suo discorso finale, il presidente senegalese, Macky Sall ha tracciato un resoconto completo dei suoi anni al potere, offrendo al contempo informazioni sull’ascesa del Senegal come paese emergente.
Visionario e stratega Sall ha dimostrato una visione chiara per lo sviluppo del Senegal, attuando strategie ambiziose per promuovere la crescita economica e migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini. Sall è anche rispettato a livello globale per la sua leadership responsabile e i suoi sforzi per la pace e la stabilità nella regione dell’Africa occidentale, rendendo il Senegal un attore importante sulla scena internazionale.

Nel cuore del suo messaggio, il Presidente ha espresso il suo pensiero verso i defunti e i malati, dipingendo un quadro delle sfide incontrate dal Paese nell’ultimo anno, segnato da deplorevoli violenze che hanno portato alla perdita di vite umane, ingenti danni materiali, e vari attacchi informatici contro infrastrutture vitali.

La decisione del capo di Stato uscente eletto nel 2012 e rieletto nel 2019, di non cercare un nuovo mandato e di lasciare il potere il 2 aprile, fa parte della tradizione democratica del Senegal. Sall ha dimostrato profondo rispetto per le istituzioni democratiche del Senegal, garantendo l’indipendenza e il buon funzionamento degli organi elettorali. Il suo impegno a mantenere elezioni libere, giuste e trasparenti è essenziale per rafforzare la democrazia e la fiducia dei cittadini nel sistema politico.

Tuttavia, nonostante queste sfide, il Capo dello Stato ha sottolineato “i progressi tangibili realizzati dal Senegal.

Un bilancio nazionale in continua crescita, che passa da 2.344 miliardi di FCFA nel 2012 a 7.003 miliardi per l’anno 2024. Il Paese ha visto una significativa espansione dei propri investimenti in diversi settori produttivi. Questi investimenti hanno permesso di realizzare progetti su larga scala, testimoniando l’evoluzione e l’ambizione del Senegal emergente”, ha sottolineato.

Progressi nelle infrastrutture stradali e autostradali
Dai 1500 km di strade del 2012, il Senegal conta ora 2900 km di strade con notevoli progressi nella costruzione di autostrade, passando da 32 km a 189 km e presto a 500 km grazie ai progetti in corso.

Progressi nel campo dei trasporti, con l’imminente conclusione della seconda fase del TER che collega Diamniadio all’aeroporto internazionale Blaise Diagne e la prevista inaugurazione del BRT (Bus Rapid Transit) con una flotta di 121 autobus elettrici dotati di Wi-Fi e alimentati ad energia solare La 2a fase del TER, l’Aeroporto Internazionale Diamniadio-Blaise Diagne sarà completato tra pochi mesi e un ordine per 7 nuovi treni si aggiungerà agli attuali 15. Verrà inaugurata la BRT, con una flotta di 121 autobus elettrici, alimentati da energia solare, e climatizzati, con WiFi a bordo. Alla fine, il personale BRT sarà composto per almeno il 35% da donne, compresi gli autisti. Mentre Dakar Dem Dikk si è rinnovata, con 370 autobus di ultima generazione.

La trasformazione del settore energetico è anche un fatto notevole. Questo, con le nuove centrali elettriche a energia pulita, tra le altre a Bokhole, Malicounda, Taïba Ndiaye, Méouane e Mérina Dakhar. Con soli 500 MW e una rete obsoleta di 501 km di linee elettriche, le interruzioni di corrente erano lunghe e frequenti prima del 2012, al punto da provocare rivolte. Oggi il Paese ha più che triplicato la sua capacità elettrica, con 1.787 MW, e una rete di linee aumentata a 1.552 km. Molti dei luoghi che vivevano nell’oscurità ora sono illuminati; il tasso di elettrificazione rurale è aumentato dal 27% nel 2012 al 61% nel 2023.
Con l’imminente sfruttamento delle risorse di gas e petrolio, il Senegal raggiungerà l’accesso universale all’elettricità a costi più accessibili entro il 2025. Sall è un forte sostenitore dello sviluppo sostenibile, implementando politiche e iniziative per proteggere l’ambiente e promuovere una crescita economica sostenibile a beneficio delle generazioni future.

Accesso all’acqua potabile, con la prima fase del PUDC è stata incrementata la perforazione nelle zone rurali e con la costruzione di un terzo stabilimento a Keur Momar Sarr. Il tasso di accesso all’acqua potabile è aumentato al 98% nelle aree urbane e periurbane e al 96% nelle aree rurali. L’accesso universale è ora a portata di mano, con due progetti di desalinizzazione dell’acqua di mare: uno in costruzione a Mamelles de Ouakam e un altro in fase di assemblaggio tecnico e finanziario, oltre alla seconda fase di perforazione del PUDC iniziata all’inizio del 2024. Con questo impegno per il progresso sociale, sotto la sua guida, il Senegal ha compiuto progressi significativi in ​​settori chiave come l’energia, l’istruzione, la sanità e l’occupazione, dimostrando il suo impegno per il benessere e lo sviluppo di tutto il popolo senegalese.

Sovranità alimentare

Gli sforzi del governo si sono concentrati sui tre pilastri della sovranità alimentare: l’agricoltura, il cui bilancio è più che raddoppiato tra il 2012 e il 2023, la pesca e l’allevamento. Questi tre settori continuano a beneficiare di ingenti finanziamenti, per infrastrutture e attrezzature, input, trasformazione dei prodotti, giubbotti, canoe e motori, colture foraggere e miglioramento genetico di specie vegetali e animali. Così è per la cultura e l’artigianato, dove si esprime il talento e il genio creativo della gente comune. Sall ha lavorato per rafforzare le istituzioni democratiche e promuovere i diritti umani, garantendo così un ambiente politico stabile e inclusivo in cui le voci di tutti i cittadini possano essere ascoltate.

Prospettive future

In quest’ottica, il Capo dello Stato lancerà presto il progetto Gorée Memorial e creerà nuovi villaggi artigianali a Bambey, Fatick, Kaffrine, Kébémer, Linguère e Tivaouane; sono attualmente in fase di completamento i siti di Kédougou, Matam e Vélingara. A ciò si aggiunge la Zona di Attività per i professionisti della meccanica e dell’automotive, con 488 officine distribuite su 60 ettari. Ciò consentirà ai meccanici e ad altri professionisti del settore automobilistico di trovare lì un ambiente di lavoro moderno e organizzato, generando più di 5.000 posti di lavoro, che potrebbero essere duplicati in altre regioni. Sall ha adottato misure coraggiose per combattere la corruzione, rafforzando la trasparenza e la responsabilità nella governance, il che aiuta a costruire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni statali. Sall attribuisce la massima importanza alla stabilità politica e sociale del Senegal. Garantendo che i processi elettorali si svolgano in modo ordinato e pacifico, contribuisce a mantenere un clima di stabilità favorevole allo sviluppo economico e sociale del Paese. La sua leadership illuminata promuove la coesione nazionale e rafforza la resilienza di fronte alle sfide interne ed esterne.

Il presidente ha sottolineato l’importanza della formazione e del sostegno dei giovani e delle donne attraverso vari programmi di sviluppo, nonché del costante rafforzamento del settore dell’istruzione superiore con la creazione di nuove università e il miglioramento delle infrastrutture educative.

Istruzione superiore

“Anche i nostri sforzi per l’istruzione superiore rimangono costanti. Dall’indipendenza al 2012, cioè 52 anni, il nostro Paese ha avuto due università: Cheikh Anta Diop e Gaston Berger, e tre Centri Universitari Regionali (CUR) a Bambèye, Thiès e Ziguinchor. Nel corso di un decennio, abbiamo istituito i CUR come università ospitate nelle proprie sedi e costruito tre nuove università: Amadou Makhtar Mbow, El Hadj Ibrahima Niasse du Sine Saloum, l’Università digitale Cheikh Hamidou Kane; senza contare il Campus franco-senegalese. Vi ricordo inoltre che è prossima la costruzione delle Università Souleymane Niang di Matam e del Senegal Orientale”.

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Marocco: Consiglio Golfo accoglie iniziativa Atlantica Mohammed VI

I paesi del GCC riaffermano le loro posizioni a sostegno della natura marocchina del Sahara

Il segretario generale del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC), Jasem Mohamed Albudaiwi, ha accolto con favore l’iniziativa dell’Atlantico africano lanciata dal Re Mohammed VI a beneficio degli Stati del Sahel.

Gli Stati del CCG accolgono con favore l’Iniziativa Africa-Atlantico di che rafforzerà la cooperazione tra gli Stati del Sahel e quelli della costa atlantica, ha spiegato Albudaiwi durante l’incontro ministeriale conclusosi nella notte a Riyadh, tra gli Stati del CCG e il Regno del Marocco.

Albudaiwi ha insistito in questa occasione sull’importanza del partenariato strategico che collega il Marocco ed i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e sull’aspirazione degli Stati membri del Consiglio a consolidare ulteriormente le relazioni economiche tra le due parti.

Questo incontro, svoltosi alla presenza del Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, e dei Ministri degli Affari Esteri dei paesi membri del GCC, è stata l’occasione per rafforzare le solide basi del partenariato strategico che unisce le due parti, in conformità con la visione di Mohammed VI e i capi di Stato del Golfo.

I ministri degli Esteri dei paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) hanno riaffermato, a Riyadh, le posizioni e decisioni del Consiglio Supremo del GCC a sostegno del carattere marocchino del Sahara e del mantenimento della pace e della sicurezza del il Regno del Marocco, nonché la sua piena sovranità sul suo Sahara.

Queste posizioni costanti, che sostengono anche l’iniziativa di autonomia come unica soluzione al conflitto del Sahara nel quadro della sovranità e dell’integrità nazionale e territoriale del Regno del Marocco, sono state riaffermate al termine della sessione di lavoro congiunta, che ha riunito domenica presso la sede del Segretariato Generale del GCC nella capitale saudita Riad, il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero, Sig. Nasser Bourita, con i Ministri degli Affari Esteri dei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo.

Il Ministro degli Affari Esteri dello Stato del Qatar, presidente dell’attuale sessione del CCG, ha sottolineato che i paesi del Consiglio riaffermano il loro costante sostegno al carattere marocchino del Sahara e il loro fermo attaccamento alla sovranità del Marocco su tutto il suo territorio, nonché il loro sostegno alle decisioni delle Nazioni Unite in materia.

Da parte sua, il Segretario Generale del GCC ha ribadito le posizioni del Consiglio e le sue risoluzioni a sostegno del carattere marocchino del Sahara, sottolineando l’importanza della cooperazione strategica tra il GCC e il Regno del Marocco.

Questo incontro fa parte delle forti relazioni e del partenariato strategico globale e rinnovato che collega il Marocco e i paesi del GCC, le cui basi sono state gettate dal Re Mohammed VI, e dai leader dei paesi membri del GCC, dopo il vertice Marocco-Paesi del Golfo, tenutosi in Arabia Saudita il 20 aprile 2016.

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Medio Oriente: Marocco sostiene palestinesi alla Corte Internazionale di Giustizia

Presente l’impegno di Mohammed VI come presidente del Comitato Al Quds,

Il Marocco ha sottolineato l’impegno del re Mohammed VI, Presidente del Comitato Al Quds, a favore causa palestinese, nell’ambito del procedimento in corso davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), nel caso di richiesta di parere consultivo sulle conseguenze giuridiche derivanti da politiche e pratiche di Israele nei territori palestinesi, compresa Gerusalemme Est.

Il Regno, rappresentato dall’ambasciatore Mohamed Basri, ha preso parte alle udienze dell’ICJ, che si svolgono dal 19 al 29 febbraio. In questo contesto, l’ambasciatore è intervenuto a sostegno della presentazione orale dell’autorità palestinese, avvenuta il 19 febbraio, insieme alla delegazione palestinese, presieduta dal Riyad Al Maliki, ministro palestinese degli Affari esteri.

La presenza del Marocco alle difese orali in questo caso fa parte della continuità dell’impegno attivo del Regno in questo caso davanti alla Corte internazionale. Così, nel contesto dello stesso caso, il Marocco aveva presentato un’istanza scritta all’ICJ, di cui la Corte ha tenuto conto.

In questo caso il Regno del Marocco, il cui Sovrano è Presidente del Comitato Al-Quds, presso l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), ha ribadito la propria determinazione a “lavorare con tutti i mezzi mezzi legali alla sua portata, per tutelare lo status giuridico, storico, politico e spirituale della Città Santa, e conservare la sua peculiare vocazione di città di pace e di incontro per i fedeli di tutte le religioni monoteiste.

Il Regno ha inoltre ribadito “il suo impegno attivo per il rispetto del diritto internazionale e promozione della pace in Medio Oriente, che richiede l’attuazione di un piano giusto, globale e sostenibile, basato sul principio di due Stati: uno Stato palestinese indipendente sulla base dei confini di 04 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale, vivendo fianco a fianco con lo Stato di Israele, in pace e sicurezza, in conformità con la legalità internazionale, le risoluzioni delle Nazioni Unite e come continuazione dell’Iniziativa di pace araba.

L’azione del Marocco si è basata sui principi sanciti nell'”Appello Al-Quds/Gerusalemme”, firmato il 30 marzo 2019 tra Mohammed VI e Papa Francesco. Questo importante documento sottolinea, in particolare, che è “importante preservare la Città Santa di Gerusalemme come patrimonio comune dell’umanità e, soprattutto, per i fedeli delle tre religioni monoteiste, come luogo di incontro e simbolo di pacifica convivenza, dove si coltiva il rispetto reciprocità e dialogo.

A tal fine occorre preservare e promuovere il carattere specifico multireligioso, la dimensione spirituale e l’identità particolare di Gerusalemme. Desideriamo, pertanto, che nella Città Santa sia garantita piena libertà di accesso ai fedeli delle tre religioni monoteiste e il diritto di ciascuno di esercitare la propria religione.

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Marocco-Spagna: Sanchez in visita a Rabat

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, si trova in Marocco per una visita ufficiale. Lo ha annunciato l’agenzia di stampa marocchina “Map”. Il primo ministro di Madrid è stato ricevuto ieri sera al palazzo reale di Rabat dal re marocchino, Mohammed VI. Questa visita, si legge in una nota, si inserisce nella continuità della nuova fase delle relazioni bilaterali, iniziata dall’incontro tra il re e il Presidente del governo spagnolo, nell’aprile 2022, e l’adozione, in questa occasione, della Dichiarazione
congiunta tra i due paesi.

Questa nuova dinamica si sta svolgendo in modo soddisfacente, fanno sapere da Rabat. È contrassegnata dal rafforzamento della cooperazione, il coordinamento e il partenariato in tutti i settori, basato sui principi di fiducia, rispetto reciproco, ambizione, buon vicinato e rispetto degli impegni.

In occasione di questa udienza, il Presidente del Governo spagnolo ha ribadito al re, la posizione della Spagna, contenuta nella dichiarazione congiunta dell’aprile 2022, considerando l’iniziativa di autonomia del Marocco come la base più seria, realistico e credibile per la risoluzione di questa controversia. Il re del Marocco ha ringraziato la Spagna per questa nuova posizione costruttiva ed importante e ha sottolineato le prospettive uniche di cooperazione che si aprono ai due paesi vicini.

L’organizzazione congiunta – con il Portogallo – dei Mondiali di calcio 2030 sono un’ulteriore leva per rafforzare le relazioni bilaterali. Inoltre, il Presidente del Governo spagnolo ha accolto favorevolmente ed espresso l’interesse della Spagna per le iniziative strategiche lanciate dal Marocco, in particolare l’Iniziativa dei paesi africani che si affacciano sull’Atlantico, l’Iniziativa reale per promuovere l’accesso dai paesi del Sahel all’Oceano Atlantico, nonché il gasdotto Nigeria-Africa-Atlantico.

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Sahara: l’Irlanda risponde alla visita di Ghali

Con un comunicato l’ambasciata irlandese a Rabat spiega il vero motivo della presenza del leader del gruppo separatista a Dublino

Il movimento armato Polisario e il suo sponsor, l’Algeria, sono stati ufficialmente ridicolizzati nel loro tentativo di far passare un viaggio per un invito “ufficiale” da parte dell’Irlanda del leader della milizia separatista. L’Irlanda ha pubblicato una dichiarazione ufficiale che ha smentito i media algerini. Questi ultimi hanno cercato di far credere che ci fosse stato un ricevimento ufficiale del leader della milizia Brahim Ghali a Dublino.

La menzogna è stata smascherata dalle autorità irlandesi che hanno immediatamente pubblicato un comunicato stampa in cui negavano qualsiasi visita “ufficiale”, indicando che il suo viaggio era di natura “privata”.

Il comunicato stampa diffuso dall’ambasciata irlandese a Rabat dimostra la grande cautela di Dublino su questo tema delicato, e testimonia la grande considerazione per il Marocco, che difende il suo territorio.

La diplomazia algerina non è alla prima delusione politica su scala internazionale, non solo per quanto riguarda il Sahara ma anche per i propri affari interni, che gestisce in modo tutt’altro che degno di uno Stato, e questo sviluppo degli affari esteri irlandesi si aggiunge ad un quadro preoccupante quantità di scenari in cui Algeri è rimasta disillusa nei suoi vani tentativi di invertire la narrazione optando per la manipolazione dell’informazione sulla questione del Sahara.

“La posizione di lunga data dell’Irlanda sul Sahara Occidentale è quella di pieno sostegno al processo guidato dalle Nazioni Unite e agli sforzi del Segretario Generale per raggiungere una soluzione politica definitiva e reciprocamente accettabile su questo tema”, ha indicato la diplomazia irlandese in un comunicato stampa. , dimostrando una posizione costruttiva.

E per aggiungere una frase che non lascia dubbi: “L’Irlanda non riconosce la Repubblica Araba Democratica Saharawi”. In questo comunicato viene chiarita la posizione dell’Irlanda sulla questione del Sahara, che non solo rimane immutata ma anche riaffermata, per tutte le persone che vorranno crederci, una posizione diversa sull’argomento.

La propaganda separatista sahrawi voleva far credere ad un viaggio ufficiale organizzato dal governo irlandese mentre Brahim Ghali si trovava a Dublino al seguito di un viaggio organizzato da una microassociazione pro-polisario attiva in Irlanda.

Le autorità irlandesi non sono collegate né direttamente né lontanamente a questo viaggio e hanno subito preso le distanze da questa attività che però non era autorizzata, apprende da fonti informate il sito “Hespress”.

I separatisti non sono stati ricevuti da nessun membro del governo irlandese, nonostante le loro insistenti richieste e il sostegno dei loro referenti, i separatisti non hanno avuto interviste o discussioni di natura ufficiale o non ufficiale con il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin e ancor meno con il primo ministro irlandese Leo Varadkar.

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Sahara: Comitato per la pace critica visita De Mistura in Sud Africa

Dichiarazione del Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace sull’invito di Staffan de Mistura da parte del Sudafrica

Ha provocato aspre critiche la decisione dell’inviato dell’Onu per il Sahara occidentale, Staffan De Mistura, di compiere una visita in Sud Africa. In una nota il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace ha definito i colloqui tenuti dalle autorità sudafricane con De Mistura “un tentativo insolito e inappropriato del governo di ottenere visibilità internazionale tentando, senza successo, di diventare un “attore” nella disputa del Sahara”.

Si legge in una nota che il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace “ritiene necessario ricordare che è regola fondamentale di tutte le nazioni rispettare pienamente e impeccabilmente l’andamento delle controversie, dispute o dispute che siano oggetto di trattamento nell’ambito delle Nazioni Unite, come è il caso della disputa del Sahara Occidentale davanti alla Quarta Commissione Speciale delle Nazioni Unite”.

Le Nazioni Unite hanno chiaramente definito gli attori internazionali coinvolti nella risoluzione di questa controversia, vale a dire: Marocco, Algeria, Mauritania e Spagna. Né l’Unione Africana né il Sudafrica sono attori di questo conflitto, né fanno parte dei paesi osservatori, né del gruppo costituito dagli Stati Uniti e da altri membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, più la Spagna, che vengono utilizzati alla predisposizione delle delibere di rinnovo dei mandati della MINURSO.

In questo contesto, si legge ancora nella nota, l’atteggiamento del governo sudafricano di invitare l’inviato speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ad affrontare la questione della suddetta controversia risulta impertinente, inappropriato e destabilizzante. Costituisce un gesto che rompe l’imparzialità degli Stati, dato che è ampiamente nota la posizione del Sudafrica favorevole alle pretese separatiste del Fronte Polisario e della cosiddetta Repubblica Araba Democratica Sahrawi (SADR).

In questo contesto, le dichiarazioni alla stampa del Ministro degli Affari Esteri del Sudafrica, secondo cui l’inviato personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha condiviso con lei “alcuni assi relativi al problema del Sahara” invocando il carattere “confidenziale” delle proposte, sono preoccupanti. Secondo la ministra queste proposte dovranno essere studiate approfonditamente dal suo governo.

Per il Comitato De Mistura non riuscirà a sbloccare il processo politico legato al Sahara coinvolgendo senza consultazioni paesi terzi che non fanno parte della disputa e che non hanno alcun interesse reale, se non quello di sostenere apertamente le posizioni del Fronte Polisario e dell’Algeria. sulla questione.

Queste azioni dimostrano semplicemente l’incompetenza diplomatica e la mancanza di soluzioni reali per risolvere questo conflitto dopo due anni di gestione.

Di fronte a questo approccio errato da parte del Delegato Personale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il Comitato Internazionale per il Dialogo e la Pace non può che esprimere la sua profonda preoccupazione e il suo rifiuto per il coinvolgimento unilaterale del Sudafrica nella questione del Sahara. , e invitiamo il signor Staffan de Mistura a rivedere urgentemente la sua posizione su questo argomento.

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Marocco: Panama ribadisce sostegno a piano autonomia Sahara

Il governo del Panama ha confermato il suo sostegno al piano di autonomia del Sahara presentato dal Marocco nel 2007. Il governo centramericano considera questo piano come “unica base per una soluzione giusta e duratura” alla disputa regione delle regioni del sud del Regno.

La posizione di Panama sulla questione del Sahara marocchino è chiara e si inserisce nella dinamica internazionale innescata dall’iniziativa di autonomia presentata dal Regno. Il paese centroamericano aggiorna così la sua posizione nazionale riguardo al conflitto attorno al Sahara marocchino, il che segna un’evoluzione sostanziale.

D’ora in poi, questa posizione si inserisce nella dinamica internazionale generata dall’iniziativa di autonomia delle province del Sud che questo paese, come tanti altri, descrive come l’unica e “unica soluzione” a questa disputa inventata.

Così la Dichiarazione Congiunta, firmata al termine dell’incontro svoltosi in videoconferenza tra il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, e la sua controparte panamense, Janaina Tewaney Mencomo, si esprime la convinzione di Panama che la soluzione a questo conflitto non può che essere realistica, come affermato dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Spinto da questa convinzione, Panama sottolinea che oltre ad optare per una soluzione realistica, come affermato e confermato dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, invoca una soluzione di compromesso, quando parla di “riunire tutte le parti interessate al fine di uno sforzo comune verso una soluzione definitiva”.

Si allinea così alla stragrande maggioranza della comunità internazionale, che sottolinea la centralità dell’ONU e del suo Consiglio di Sicurezza in particolare, nella ricerca di una soluzione politica definitiva.

Con questa Dichiarazione, la Repubblica di Panama si unisce alla maggioranza dei paesi della comunità internazionale (più di un centinaio), che hanno designato l’iniziativa di autonomia come l’unica soluzione alla disputa regionale attorno al Sahara marocchino, sostenendo in modo serio e credibile il Marocco e allontanandosi così da soluzioni estreme e irrealistiche che prolungano la disputa e ritardano l’integrazione regionale nel Nord Africa.

Oltre a questa posizione, che non presenta alcuna ambiguità, Panama si impegna per iscritto ad agire in conformità con la presente Dichiarazione congiunta e si trova ormai in una prospettiva che aiuterà le parti interessate a trovare una soluzione duratura e definitiva.

In breve, Panama difende oggi inequivocabilmente una soluzione di compromesso realistica, aprendo la strada alle parti e all’ONU per attuare questa soluzione che offre pace, stabilità e prosperità alla regione del Maghreb e del Sahel.

Panama, che dimostra saggezza e lucidità attraverso questa dichiarazione, apre con determinazione la strada ad una ricca cooperazione con il Marocco che, grazie alla visione di Sua Maestà il Re Mohammed VI, che Dio lo aiuti, è diventato un perno regionale, un ponte tra i continenti africano e americano e una potenza credibile per i suoi partner.

La Dichiarazione Congiunta firmata conferma inoltre la volontà comune di consolidare le relazioni bilaterali e rafforzare la cooperazione, e individua i settori promettenti in questa direzione.

Grazie a questa posizione espressa in questa Dichiarazione, le energie e il potenziale della cooperazione bilaterale vengono così liberati tra due paesi, la cui posizione geografica è tanto unica quanto strategica, sullo Stretto di Gibilterra da un lato e sul Canale di Panama dall’altro.