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Marocco: lanciata a Rabat operazione Ramadan 1446

Su alte istruzioni reali, il principe ereditario Moulay El Hassan e la principessa Lalla Khadija lanciano a Rabat l’operazione nazionale “Ramadan 1446” a beneficio di quasi 5 milioni di persone

Su ordine del Re del Marocco, Mohammed VI, il Principe Ereditario Moulay El Hassan e la Principessa Lalla Khadija hanno proceduto, nel quartiere di Bouregreg (quartiere di Youssoufia) a Rabat, al lancio dell’operazione nazionale “Ramadan 1446”. Lo riporta l’agenzia di stampa del Marocco “Map”. Avviata dalla Fondazione Mohammed V per la Solidarietà in occasione del mese del Ramadan, ne beneficiano un milione di famiglie, ovvero circa 5 milioni di persone.

Di grande significato in questo mese benedetto, questo atto di generosità, divenuto una tradizione da più di 25 anni, riflette la costante Alta Sollecitudine di Sua Maestà il Re verso le popolazioni in situazioni di vulnerabilità sociale e giunge a consacrare i valori di umanità, solidarietà, mutuo soccorso e condivisione, caratteristici della società marocchina.

Mobilitando un budget complessivo di 330 milioni di dirham, l’operazione “Ramadan 1446”, che prevede la distribuzione di 34.280 tonnellate di prodotti alimentari (farina, latte, riso, olio, zucchero, concentrato di pomodoro, vermicelli, lenticchie e tè), mira a fornire aiuto e conforto alle categorie sociali più vulnerabili, in particolare vedove, anziani e persone con disabilità.

Per questa edizione, il 74% dei nuclei familiari beneficiari risiede in zone rurali ed è distribuito in 1.054 comuni, su un totale di 1.304 comuni interessati su tutto il territorio nazionale.

Allo stesso modo, in conformità con le Alte Linee Guida Reali, l’edizione di quest’anno si distingue per l’utilizzo, per la prima volta, del Registro Sociale Unificato-RSU, per l’aggiornamento, da parte del Ministero dell’Interno, degli elenchi dei nuclei familiari beneficiari dell’operazione di sostegno alimentare.

In realtà, questo sistema informativo nazionale è stato istituito dal Ministero dell’Interno per consentire ai programmi di sostegno sociale di determinare l’idoneità dei nuclei familiari in base a criteri socioeconomici oggettivi.

L’operazione nazionale “Ramadan 1446”, organizzata con il sostegno finanziario del Ministero dell’Interno e del Ministero degli Habous e degli Affari Islamici, è in linea con il programma umanitario condotto dalla Fondazione Mohammed V per la Solidarietà e mira a fornire supporto a coloro che ne hanno più bisogno, promuovendo al contempo la cultura della solidarietà.

Per il buon funzionamento di questa operazione, migliaia di persone sono mobilitate, con il supporto di assistenti sociali e volontari, nei punti di distribuzione allestiti su tutto il territorio nazionale.

L’attuazione di questa iniziativa è inoltre soggetta a controlli, in particolare a livello di due comitati, uno locale e l’altro provinciale, che monitorano l’approvvigionamento dei centri di distribuzione e la distribuzione dei prodotti alimentari sul territorio.

Anche i servizi sociali delle Forze armate reali, la Gendarmeria reale, il Ministero dell’agricoltura, della pesca marittima, dello sviluppo rurale e delle acque e delle foreste, il Ministero dell’istruzione nazionale, dell’istruzione materna e dello sport, del mutuo soccorso nazionale, della promozione nazionale, l’Ufficio nazionale delle ferrovie, la Compagnia nazionale dei trasporti e della logistica, l’Ufficio nazionale dell’elettricità e dell’acqua potabile e le autorità locali prestano il loro sostegno alla Fondazione Mohammed V per la solidarietà per garantire il buon funzionamento di questa operazione di solidarietà.

Il Ministero della Salute e della Protezione Sociale e l’Ufficio Nazionale per la Sicurezza Alimentare (ONSSA) garantiscono, da parte loro, il controllo di qualità dei prodotti alimentari distribuiti.

In questa occasione, il Principe ereditario Moulay El Hassan e la Principessa Lalla Khadija hanno consegnato simbolicamente cesti di cibo a 20 capi o rappresentanti delle famiglie beneficiarie dell’operazione “Ramadan 1446”, prima di posare per una foto ricordo con i volontari che partecipano a questa operazione di solidarietà.

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Marocco-Albania: impegno a rafforzare l’eccellenza delle loro relazioni bilaterali

Il Regno del Marocco e la Repubblica d’Albania hanno ribadito, sabato a Rabat, il loro impegno a rafforzare ulteriormente l’eccellenza delle loro relazioni bilaterali nei vari settori.

In una dichiarazione congiunta firmata a seguito dei colloqui tra il Ministro degli Affari Esteri, cooperazione africana e marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, e il Ministro albanese per l’Europa e gli Affari Esteri, Igli Hasani, in visita di lavoro in Marocco dal 1 al 4 marzo, le due parti hanno sottolineato l’eccellenza delle relazioni tra i due paesi e hanno ribadito il loro impegno a rafforzarli ulteriormente, in particolare nei settori economico, commerciale e culturale.

I due ministri si sono inoltre impegnati ad approfondire le relazioni attraverso il lancio di iniziative volte in particolare ad avvicinare le comunità imprenditoriali dei due Paesi. Al fine di promuovere il turismo e gli scambi tra le popolazioni e rafforzare le relazioni bilaterali tra i due paesi, anche il Marocco ha deciso di abolire le formalità dei visti per i cittadini albanesi che viaggiano per soggiorni di breve durata.

I due ministri si sono inoltre impegnati a proseguire le consultazioni e
coordinamento all’interno di organizzazioni e organismi internazionali. La visita del funzionario albanese è stata l’occasione per procedere alla firma di un accordo tra l’Istituto marocchino di ricerca e studi diplomatici e l’Accademia diplomatica Albanese, per consentire gli scambi di diplomatici.

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Marocco: Kazakistan sostiene l’integrità territoriale

Il Vice Primo Ministro, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica del Kazakistan, Murat Nurtleu ha espresso, a Rabat, il sostegno del suo Paese alla sovranità e l’integrità territoriale del Regno e al Piano di autonomia presentato dal Marocco nel 2007.

In una dichiarazione congiunta firmata dal signor Nurtleu e dal ministro degli Affari esteri, Cooperazione africana e marocchini residenti all’estero, Nasser Bourita, alla fine del loro colloquio, il Kazakistan ha espresso “il suo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale del Regno del Marocco e ha accolto con favore in questo contesto il Piano di autonomia presentato da Rabat come base seria e credibile per raggiungere una soluzione politica attraverso i negoziati alla questione del Sahara”.

Questo inequivocabile sostegno del Kazakistan al Piano di autonomia, nel quadro della sovranità e dell’integrità territoriale del Regno, assume un significato particolare, data l’importanza e il ruolo di primo piano che questo Paese occupa nella regione dell’Asia centrale. Questa dimensione supporta e rafforza i principali risultati conseguiti dal Regno relativamente alla sua causa nazionale.

Il Kazakistan si unisce così al massiccio sostegno internazionale al Piano di Autonomia come unica soluzione alla disputa regionale sulle province meridionali del Regno. Nello stesso comunicato congiunto, il Vice Primo Ministro, Ministro degli Affari Esteri del Kazakistan, in visita ufficiale nel Regno su invito di Bourita, ha sottolineato che la Repubblica del Kazakistan “apprezza profondamente gli sforzi intrapresi dal Segretario generale dell’ONU e il suo Inviato personale per il Sahara, secondo i parametri definiti nella pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza sulla questione del Sahara”.

Il Kazakistan ha quindi affermato il suo sostegno al processo politico esclusivamente ONU sulla questione del Sahara marocchino, condotta in conformità alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. A questo proposito, è opportuno ricordare che l’ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la risoluzione 2756 delle Nazioni Unite sul Sahara marocchino, adottata il 31/10/2024, ha ribadito la serietà e credibilità dell’Iniziativa per l’autonomia, ha confermato i parametri della soluzione politica, realistica, pragmatica, sostenibile e di compromesso alla disputa artificiale sul Sahara marocchino, e dedicato il formato delle tavole rotonde come unico quadro per la conduzione del processo politico delle Nazioni Unite.

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Marocco: a Laayoune le prime giornate mediche marocchino-americane

Si sono concluse le prime giornate mediche marocchino-americane presso la Facoltà di Medicina e Farmacia di Laayoune, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria e rafforzare le competenze dei medici nella regione di Laayoune-Sakia El Hamra. Lo riporta l’agenzia di stampa marocchina “Map”.
Organizzato dalla Facoltà di Medicina e Farmacia di Laayoune, in collaborazione con l’Ospedale Saint Francis di New York (USA) e in partenariato con il Consiglio della regione di Laayoune-Sakia El Hamra, questo evento scientifico mira a rafforzare la collaborazione tra le strutture sanitarie marocchine e americane, a scambiare competenze mediche, a promuovere lo sviluppo delle competenze dei professionisti sanitari e a promuovere l’innovazione in medicina e chirurgia. A questo conclave hanno preso parte sette medici americani di diverse specialità, ovvero endocrinologia, nefrologia, cardiologia, gastroenterologia, ginecologia-ostetricia e pediatria, per consentire alle competenze locali di informarsi sugli ultimi progressi della medicina e quindi migliorare l’assistenza medica a livello regionale.
In un discorso pronunciato per l’occasione, la preside della Facoltà di Medicina e Farmacia di Laayoune, Fatima Zahra El Hafidi, ha sottolineato l’importanza di questo tipo di iniziative che permettono di promuovere gli scambi professionali tra medici americani e marocchini, di incoraggiare l’innovazione medica e di rafforzare la qualità delle cure nella regione.

A questo proposito, la Sig.ra El Hafidi ha sottolineato che Laâyoune-Sakia El Hamra è dotata di risorse umane qualificate nel campo medico, nonché di strutture sanitarie e di ricerca di qualità, sottolineando che l’organizzazione di queste giornate mediche a Laâyoune riflette l’impegno della regione a diventare un centro medico di eccellenza.
In questa occasione è stato firmato un accordo di partenariato tra il Saint Francis Hospital di New York e gli ospedali regionali di Laayoune, allo scopo di stabilire un quadro di collaborazione tra le strutture sanitarie interessate nei settori dell’istruzione, della formazione e della ricerca medica, allo scopo di migliorare la qualità dell’assistenza.
In base a questo accordo, firmato dal rappresentante del Saint Francis Hospital di New York, Meyer Abittan, e dal direttore regionale della Salute e della Protezione Sociale, Ali Houari, le due parti concordano di collaborare nei settori della formazione medica, della ricerca e innovazione, della telemedicina e dello scambio di buone pratiche.
Nell’ambito delle Giornate mediche marocchino-americane, il dott. Jon Batash, nella sua veste di direttore medico delle cure post-acute, ha tenuto una presentazione incentrata sull’approccio multidisciplinare alla cura del paziente americano.
Da notare che la seconda giornata di questo evento scientifico è stata segnata in particolare dalla presenza del Wali della regione di Laâyoune-Sakia El Hamra, del governatore della provincia di Laâyoune, Abdeslam Bekrate, del presidente del Consiglio regionale, Sidi Hamdi Ould Errachid, e dei rappresentanti del laboratorio farmaceutico “Laprophan”, nonché dei consoli generali accreditati a Laâyoune.

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Africa: verdetto del TAS a favore dell’RS de Berkane contro l’USMA Alger

Conferma dei risultati delle semifinali della Coppa CAF 2023-2024 contro l’USM Alger

Il 26 febbraio 2025, il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) ha emesso il suo verdetto in merito alla semifinale della Coppa CAF 2023-2024 tra l’Union Sportive de la Médina d’Alger e il Renaissance Sportive de Berkane, pronunciandosi a favore del club di Berkane e confermando i risultati della semifinale contro l’USM Alger.

Nel suo verdetto, il TAS ritiene che le partite giocate dal Berkane non siano state annullate, compresa la finale (in casa e fuori casa) che lo ha visto contrapposto allo Zamalek.

Importante il rigetto della richiesta del club algerino di annullare il risultato delle partite di andata e ritorno e quello di sancire la rinascita di Berkane.

Dopo aver salutato questa vittoria, l’RS Berkane ha dichiarato, in un comunicato stampa (allegato), di aver “ricevuto, mercoledì 26 febbraio 2025, la decisione del Tribunale arbitrale dello sport relativa alla semifinale della Coppa CAF tra l’USM Alger e il Renaissance de Berkane”.

Nella nota si legge: “La decisione stabilisce il rigetto della richiesta del club algerino di annullare il risultato delle partite di andata e ritorno e di sanzionare il Renaissance de Berkane”.

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Marocco: Capo Verde conferma sostegno a unità territoriale

Il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione e dell’Integrazione Regionale della Repubblica di Capo Verde, José Filomeno de Carvalho Dias Monteiro, ha ribadito la posizione costante del suo Paese a sostegno dell’integrità territoriale e della sovranità del Marocco su tutto il suo territorio, compresa la regione del Sahara. Lo ha fatto a Rabat, intervenendo alla conferenza stampa tenutasi dopo l’incontro con il Ministro degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Nasser Bourita. Monteiro ha inoltre ribadito il pieno sostegno del suo Paese al piano di autonomia regionale presentato dal Regno nel 2007, ritenendolo l’unica soluzione credibile e realistica per risolvere questa controversia regionale. Il capo della diplomazia capoverdiana ha inoltre accolto con favore gli sforzi delle Nazioni Unite come quadro esclusivo per raggiungere una soluzione realistica, pratica e duratura alla controversia regionale sul Sahara marocchino. La posizione di Capo Verde si inserisce nella dinamica internazionale promossa da Re Mohammed VI, a favore del piano di autonomia e della sovranità del Regno sul suo Sahara. Da parte sua, Bourita ha ringraziato Monteiro per il costante e fermo sostegno del suo Paese alla marocchinità del Sahara e ha accolto con favore l’apertura di un Consolato Generale della Repubblica di Capo Verde a Dakhla, nell’agosto 2022.

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Aymeric Laporte diventa la terza icona internazionale a possedere un attico nel Bugatti Residences di Binghatti

La reputazione di Dubai come calamita per la vita di lusso e l’esclusività continua a crescere mentre la star del calcio internazionale Aymeric Laporte diventa l’ultima icona globale ad acquisire un attico di lusso nell’iconico Bugatti Residences di Binghatti. Laporte è la terza celebrità internazionale a possedere un attico nel Bugatti Residences di Binghatti, dopo il leggendario cantante lirico mondiale Andrea Bocelli e la star del calcio di fama mondiale Neymar Jr..

Laporte, un calciatore professionista che gioca come difensore centrale per il club della Saudi Pro League Al-Nassr e la nazionale spagnola, è celebrato per le sue eccezionali capacità difensive, la leadership e la compostezza in campo.

Bugatti Residences di Binghatti, il primo e unico sviluppo residenziale al mondo a marchio Bugatti, ospita alcune delle caratteristiche e dei comfort più spettacolari al mondo. Lo sviluppo è stato progettato con una caratteristica di design complessa unica, in cui ogni piano assume una forma diversa, con conseguente assenza di piani tipici e quindi con 182 attici e ville panoramiche su misura. L’edificio presenta anche la prima e unica spiaggia ispirata alla riviera nella zona, nonché ascensori per auto che consentono ai residenti di esporre le proprie automobili all’interno dei propri attici.

L’acquisizione da parte di Laporte del suo nuovo attico evidenzia il fascino di queste residenze, che offrono una raffinatezza architettonica senza pari e caratteristiche pionieristiche.

Commentando l’argomento, Muhammad Binghatti, presidente di Binghatti Developers, ha condiviso il suo entusiasmo: “È un onore dare il benvenuto ad Aymeric Laporte nella comunità Bugatti Residences. La sua decisione di investire nel nostro progetto è una testimonianza del nostro impegno nel creare sviluppi di riferimento che uniscono design all’avanguardia, funzionalità ed esclusività per la clientela più esigente”.

Questa acquisizione sottolinea l’attrattiva globale di Dubai tra celebrità e individui ad alto reddito, nonché la continua domanda di case e residenze di lusso in città.

Informazioni su Binghatti:

Binghatti Developers è un rinomato marchio emiratino nel settore dello sviluppo immobiliare, che detiene una posizione di leadership con un portafoglio che supera i 70 progetti per un valore di oltre 40 miliardi di AED. La società è guidata dal presidente Muhammad Binghatti, la cui visione innovativa mira a realizzare progetti di lusso che riflettano un gusto artistico raffinato e standard elevati in termini di design e qualità.

Binghatti ha consegnato con successo oltre 15.000 unità residenziali a partire dal 2024, raggiungendo traguardi notevoli in collaborazione con marchi globali come Bugatti, Mercedes-Benz e Jacob & Co. La società continua ad espandere il proprio portafoglio immobiliare per soddisfare le crescenti richieste del mercato, concentrandosi sulla realizzazione di progetti residenziali che elevano il livello di lusso a Dubai.

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Africa: Vicepresidenza Commissione africana, falsa vittoria dell’Algeria

Subito dopo l’annuncio del verdetto finale nella corsa alla vicepresidenza della Commissione dell’Unione Africana, combattuta a colpi di pinze e – che infamia! – di valigie di dollari del petrolio e del gas, la macchina della propaganda algerina si è messa in moto per gridare vittoria.
“L’Algeria vince la vicepresidenza della Commissione africana. “Selma Malika Haddadi, ambasciatrice dell’Algeria ad Addis Abeba e rappresentante permanente dell’Algeria presso l’Unione Africana, ha ottenuto l’incarico a scapito della candidata marocchina”, hanno urlato in un concerto di isteria collettiva.

Questo canto della sirena, tuttavia, richiede alcune osservazioni necessarie. In primo luogo, il processo elettorale per la vicepresidenza della Commissione africana si è concluso dopo sei (ben, 6) serrati turni, con risultati talvolta in parità e talvolta con scarti di 2-4 voti al massimo. In secondo luogo, in termini di background, visione e pertinenza, nonché di qualità della presentazione fatta di fronte ai Capi di Stato, la candidata marocchina Latifa Akherbach ha surclassato le altre candidate, in particolare l’algerina Selma Malika Haddadi, e tutte le delegazioni presenti lo hanno notato.

Purtroppo, però, si è scoperto che l’effetto del dollaro è stato più forte del merito e della competenza.

Un quarto fattore ha pesato sul processo elettorale. Sei paesi amici e alleati incondizionati del Marocco, vale a dire Gabon, Niger, Burkina Faso, Mali, Guinea e Sudan, non hanno potuto partecipare perché sospesi. La loro presenza avrebbe fatto una chiara differenza.

Ciò non rappresenta un problema, poiché il Marocco continua a mantenere una forte presenza all’interno della Commissione africana. Il direttore generale del “governo” dell’Unione Africana e quindi il numero 3 di questo organismo strategico non è altri che il nostro diplomatico Fathallah Sijilmassi.

Inoltre, la presidenza della Commissione africana è stata conquistata a mani basse dal gibutiano Mahmoud Youssef, proveniente da un paese che sostiene l’integrità territoriale del Regno e che ha aperto un consolato generale a Dakhla.

Un altro punto, e non meno importante, è che la carica di vicepresidente è una carica puramente amministrativa e non ha il peso politico che invece rimane legato alla carica di presidente della Commissione.

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Marocco: impegnato in un’azione congiunta in Africa

Al servizio delle nobili cause dell’Africa e degli interessi vitali dei suoi cittadini

Il Marocco resta impegnato in un’azione comune africana al servizio delle nobili cause dell’Africa e degli interessi vitali dei suoi cittadini. Il vertice dell’Unione Africana (UA) del febbraio 2025 ha affrontato diverse questioni, tra cui pace e sicurezza, integrazione continentale, sicurezza sanitaria e cambiamenti climatici, oltre al rinnovo della leadership della Commissione dell’Unione Africana.

L’ordine del giorno di questa scadenza era caratterizzato anche dall’assenza della questione del Sahara marocchino, con grande dispiacere degli avversari dell’integrità territoriale del Regno. L’organizzazione panafricana ha così confermato la sua posizione volta a concentrare i propri sforzi nell’affrontare questioni urgenti e prioritarie per l’Africa e, di conseguenza, a rompere con la sua strumentalizzazione come piattaforma dedita a servire agende ristrette e malsani obiettivi politici di alcuni.

Come negli anni precedenti, la partecipazione del Marocco ai lavori di questa sessione della Conferenza è stata caratterizzata da un contributo sostanziale e ad alto valore aggiunto, sotto forma di incontri ed eventi di alto livello su diversi temi. A questo proposito, il Marocco ha preso parte in particolare alla riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana a livello di Capi di Stato e di Governo sulla situazione in Sudan e sulla crisi nell’Est della RDC, durante la quale il CPS ha approvato all’unanimità la proposta marocchina di osservare una tregua umanitaria in Sudan, durante il mese sacro del Ramadan, al fine di consentire l’accesso agli aiuti umanitari senza restrizioni o discriminazioni. Anche il Marocco ha preso parte alla riunione di alto livello sul finanziamento della sanità, durante la quale il Marocco ha annunciato un contributo sostanziale con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza sanitaria nel continente.

Sono trascorsi otto anni da quando il Marocco è tornato nella sua famiglia istituzionale africana. Una breve durata nella vita delle istituzioni multilaterali, ma sufficiente affinché il Marocco potesse, grazie a una Visione Reale illuminata e proattiva, riaffermarsi come un attore chiave all’interno dell’istituzione panafricana, le cui azioni e iniziative godono di un sostegno collettivo e la cui credibilità gli ha fatto guadagnare la fiducia delle forze vitali dell’Unione sotto diversi aspetti.

Pertanto, nel 2018, l’Unione Africana ha designato Sua Maestà il Re Mohammed VI, che Dio lo assista, come Leader per la questione delle migrazioni e ha scelto Rabat per ospitare l’Osservatorio africano per le migrazioni. Inoltre, le iniziative reali relative alle questioni climatiche, lanciate nel 2016 durante l’African Summit for Action, rappresentano ancora una “storia di successo” e un chiaro punto di riferimento per i paesi africani nella loro ricerca collettiva per costruire un modello africano di resilienza climatica.

Inoltre, i paesi africani hanno eletto il Marocco come membro del Consiglio per la pace e la sicurezza per due mandati, 2018-2020 e 2022-2025, durante i quali il Regno ha ricoperto per tre volte la presidenza di questo importante organismo e ha lanciato iniziative innovative, senza precedenti e concrete, ispirate alla Visione reale, volte a servire gli interessi vitali del cittadino africano in termini di pace, sicurezza e sviluppo. A questo proposito, la Dichiarazione di Tangeri, scaturita dalla Conferenza di Tangeri sulla promozione della pace, della sicurezza e dello sviluppo, è stata approvata all’unanimità dalla Conferenza dell’Unione Africana e ha costituito un momento cruciale nel percorso di rilancio dell’approccio del nesso pace-sicurezza-sviluppo come risposta globale, integrata e pertinente alle sfide relative alla pace e alla sicurezza nel continente. Inoltre, questa iniziativa ha riunito gli sforzi di tutte le parti interessate, tra cui gli Stati membri, gli enti e le istituzioni finanziarie, le comunità economiche regionali, le agenzie delle Nazioni Unite e le organizzazioni della società civile.

Inoltre, il Marocco ha istituito un programma di formazione specializzato per gli osservatori elettorali dell’Unione Africana, con l’obiettivo di promuovere il processo democratico nel continente africano.

Il Regno è inoltre riuscito a garantire la presenza di profili altamente qualificati a livello delle diverse strutture della Commissione dell’Unione Africana, come la carica di Direttore Generale dell’AUC, che costituisce una posizione dirigenziale chiave all’interno di quest’ultima, nonché altre posizioni di importanza strategica. D’altro canto, il Marocco ha assunto la presidenza e la vicepresidenza di importanti organismi dell’Unione. In questo senso, ha assicurato la presidenza, a livello ministeriale, del Comitato tecnico specializzato sulle questioni economiche e la vicepresidenza del CTS sulla funzione pubblica, gli enti locali, lo sviluppo urbano e il decentramento. È stato anche presidente della sottocommissione per le questioni economiche e vicepresidente della sottocommissione per le questioni ambientali.

Grazie alle sue radici storiche nella struttura istituzionale africana, in quanto uno dei suoi membri fondatori, e al suo impegno risoluto e costante a favore delle nobili cause del continente africano, il Marocco perseguirà con risolutezza e determinazione il suo contributo costruttivo e ad alto valore aggiunto all’azione africana congiunta nel quadro del processo intergovernativo, per affrontare le sfide che persistono all’interno dell’organizzazione panafricana in termini di rafforzamento della buona governance amministrativa e finanziaria e per ostacolare tutti i tentativi volti a rallentare lo slancio delle riforme all’interno dell’Unione Africana.

Gli sforzi del Marocco all’interno dell’istituzione sono principalmente volti a realizzare la Visione Reale, che consiste nel porre le nobili cause dell’Africa e gli interessi vitali dei cittadini africani in materia di pace, sicurezza e sviluppo al centro dell’agenda panafricana e nel dare una leadership al continente africano affinché possa far sentire forte la voce dell’Africa sulla scala internazionale.

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L’Algeria di fronte al veto africano: ricorso al ricatto e all’acquisto di voti

Dopo il fallimento dell’accesso al Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana (UA), l’Algeria è tornata alle sue vecchie abitudini, ricorrendo alla “politica della valigia” e comprando voti nei corridoi degli hotel, un gesto che illustra in modo sorprendente l'”indebolimento” della diplomazia del Palazzo Mouradiya.

Mercoledì scorso, l’Algeria ha subito un “duro colpo”, venendo ignorata dagli altri paesi africani e fallendo nei suoi incessanti tentativi di riconquistare un seggio nel Consiglio di pace e sicurezza dell’Unione africana, una posizione che il Marocco detiene da diversi anni, sostenuto dalla crescente fiducia delle nazioni africane, dovuta alle sue intenzioni positive nei confronti dei popoli africani, lontane da calcoli ristretti e da distruttivi programmi separatisti.

È chiaro che l’Algeria, priva di una visione diplomatica ed economica all’altezza delle esigenze dell’Africa moderna in un mondo instabile, ha visto in questo fallimento la necessità di tornare alla politica delle valigie e dell’acquisto dei voti, considerata la sua ultima spiaggia.

Secondo fonti presenti ai colloqui di Addis Abeba, sin dall’arrivo dell’aereo del presidente algerino Abdelmadjid Tebboune, giovedì scorso, “valigie hanno cominciato a circolare nei corridoi degli hotel della capitale etiope, con l’obiettivo di manipolare le elezioni che, all’inizio, erano solo un normale evento diplomatico”.

“Dopo il fallimento nel tentativo di ottenere un seggio nel Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana, l’Algeria, per paura di una nuova delusione, ha inviato un esercito di intermediari con un’unica missione: ‘convincere’ gli altri utilizzando argomenti allettanti”, precisano le stesse fonti.

Nella votazione di mercoledì, l’Algeria non ha ottenuto il numero di voti necessario, poiché diversi paesi si sono astenuti dal sostenere la sua candidatura, soprattutto a causa dei suoi conflitti aperti con diverse nazioni africane. Poiché il voto è stato segreto, è difficile sapere con precisione quali paesi non hanno dato la loro fiducia all’Algeria.

In seguito al rifiuto africano della candidatura algerina a questo incarico strategico, nel prossimo futuro saranno organizzate nuove elezioni, soprattutto perché “nessuno nel continente africano vuole più fidarsi di questo regime militare”.

Queste elezioni fanno parte del 38° vertice ordinario dell’Unione Africana, previsto per il 15 e 16 febbraio ad Addis Abeba. In precedenza, il 12 e 13 febbraio si era tenuta la 46ª sessione ordinaria del Consiglio esecutivo (Ministri degli Esteri), per l’elezione della nuova dirigenza della Commissione dell’Unione Africana e di cinque membri del Consiglio per la pace e la sicurezza.

Non è la prima volta che l’Algeria gioca la sua carta vincente: quella dell’intermediazione per convincere i paesi a sostenere i suoi programmi, un comportamento che, secondo gli osservatori, ha portato al declino di un’organizzazione che per anni ha utilizzato al servizio delle sue ambizioni egemoniche.

Dal ritorno del Marocco nella sua famiglia africana nel 2016, il continente africano ha cercato di trarre ispirazione dalle idee del Regno per avviare riforme strutturali all’interno delle istituzioni dell’Unione Africana, in risposta ai cambiamenti globali che hanno acuito le tensioni internazionali e che hanno sempre interessato l’Africa.

Dopo il suo ritorno, il Marocco ha assunto la guida di diverse organizzazioni africane, tra cui il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione, e ha posto fine al lungo dominio algerino, che aveva distolto questa organizzazione dai suoi obiettivi di sicurezza continentale per avvicinarla ai programmi separatisti legati al Sahara marocchino.

Durante la presidenza marocchina del Consiglio, caratterizzata da miglioramenti nella tabella di marcia, l’Algeria ha cercato di riconquistare ciò che aveva perso, ignorando i profondi cambiamenti nel pensiero africano.

Con il ritorno alla politica delle valigie e delle pressioni, fonti dell’Hespress indicano che “con questo comportamento, l’Algeria sta minando la legittimità di elezioni essenziali per riformare la struttura dell’organizzazione africana”.

Invece di concentrarsi sulla cooperazione tra i paesi africani e su partnership che portino benefici a tutti, l’Algeria continua a promuovere una logica di ricatto e di acquisto di voti.

Questi eventi si verificano in un contesto in cui l’isolamento diplomatico del Palazzo Mouradiya sta aumentando, con l’aggravarsi della crisi con diversi paesi confinanti nella regione del Sahel, il declino dell’influenza sulla questione libica, il persistere delle tensioni con Spagna e Francia e l’apertura di un nuovo fronte in Siria.

Invece di dare priorità alla cooperazione interafricana e ai partenariati win-win, purtroppo questo atteggiamento algerino sta trascinando verso il basso un’organizzazione che ha strumentalizzato per anni al servizio dei suoi obiettivi di egemonia. Con questo atteggiamento l’Algeria delegittima un’elezione fondamentale per la riforma dell’Unione.