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Marocco: delegazione Onu visita province del sud

La delegazione di Ambasciatori Rappresentanti Permanenti presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra

Una delegazione, composta da 14 ambasciatori, rappresentanti permanenti presso l’Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, inizia oggi un tour delle Province Meridionali del Marocco. In questa occasione gli ambasciatori constateranno il particolare sviluppo di questa parte dei territori marocchini. In un contesto in cui lo sviluppo sostenibile e la cooperazione regionale sono questioni cruciali, il Marocco si posiziona come uno dei principali attori in Africa. Con una visione strategica e iniziative concrete, il Paese sta seguendo il suo cammino verso un futuro prospero e inclusivo per l’intera regione.

La visita di questi ambasciatori nelle province del sud evidenzia la determinazione del Marocco nel mettere in risalto i suoi progressi in tutti i settori di questa regione, culla della diversità culturale, dei valori politici e sociali che uniscono le componenti del Regno. Questa ricca identità è un motore essenziale dello sviluppo e della coesione nazionale.

Il Marocco non solo promuove lo sviluppo nel suo territorio, ma estende anche il suo slancio e il suo sostegno ai suoi vicini africani. E attraverso il suo impegno nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite e la sua assistenza medica su larga scala, il Marocco dimostra la sua solidarietà e il suo impegno nei confronti del continente africano.

Il Nuovo Modello di Sviluppo per le Province del Sud illustra l’impegno del Marocco verso l’empowerment economico e sociale. Questo modello mira a rafforzare le capacità locali e a promuovere l’integrazione regionale. I risultati sono già visibili, con indicatori socioeconomici che spesso superano la media nazionale.

In quanto paese di passaggio tra Africa, Europa e Medio Oriente, il Marocco è un attore chiave nella promozione degli scambi economici, culturali e politici. La sua posizione geografica strategica lo rende un hub regionale vitale, promuovendo il commercio Nord-Sud e Sud-Sud. La recente iniziativa volta a facilitare l’accesso degli Stati del Sahel all’Oceano Atlantico ne è un esempio concreto. Il Marocco sta emergendo come modello di sviluppo e cooperazione in Africa. Con il suo impegno per l’identità culturale, lo sviluppo sostenibile e la cooperazione regionale, il Paese sta aprendo la strada a un futuro di progresso e prosperità condivisa per tutti.

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Marocco-Nigeria: colloquio Mohammed VI-Tinubu su gasdotto

La conversazione telefonica tra il re e il Presidente della Nigeria si è concentrata sul progetto del gasdotto africano-atlantico Nigeria-Marocco.

Il re del Marocco Mohammed VI, ha avuto oggi una conversazione telefonica con il presidente della Nigeria, Bola Ahmed Adekunle Tinubu. Lo riferisce l’agenzia di stampa marocchina “Map” che pubblica una nota del Palazzo reale di Rabat. Questo colloquio si è concentrato sulle dinamiche positive delle relazioni bilaterali negli ultimi anni.

In particolare si è discusso dei lavori di costruzione del gasdotto Nigeria-Marocco che dovrebbero iniziare nel 2024, secondo quanto ha annunciato il ministro nigeriano delle Risorse petrolifere, Ekperikpe Ekpo.

Il colloquio si è focalizzato quindi sul progetto del gasdotto africano-atlantico Nigeria-Marocco, “progetto strutturante che costituirà una leva strategica per l’integrazione regionale e lo sviluppo economico e sociale per tutti i Paesi dell’Africa occidentale, fanno sapere da Rabat.

In questo contesto, Mohammed VI ha invitato il presidente della Nigeria a compiere una visita ufficiale a Rabat, le cui date saranno comunicate attraverso i canali diplomatici.

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Marocco-RD Congo: FRMF chiarisce

La Federazione di calcio del Marocco chiarisce la sua posizione dopo le polemiche seguite al match giocato durante la Coppa d’Africa

La Confederazione del calcio africano (CAF) ha aperto un’indagine dopo la rissa scoppiata tra le due squadre di calcio del Gruppo F, ovvero Marocco e Repubblica Democratica del Congo, al termine della partita di coppa d’Africa giocata il 21 giugno in Costa d’Avorio.

A seguito delle polemiche seguite all’incontro, finito in pareggio, la Federazione di calcio del Marocco (FRMF) ha rilasciato una nota per chiarire la sua posizione. In particolare ha ricordato “le relazioni speciali e storiche tra il Regno del Marocco e la Repubblica Democratica del Congo, nonché dei legami fraterni tra i popoli dei due Paesi. L’eccezionale rapporto di cooperazione tra la FRMF e la Federazione congolese (FECOFA), il numero di giocatori congolesi che giocano in Marocco e gli scambi calcistici esistenti tra le due federazioni ne sono una vera testimonianza”.

Rabat intende quindi “Deplorare, senza essere in linea con l’accusa, tutti gli atti antisportivi che hanno seguito questa partita”. Si ricorda inoltre come il presidente della FRMF, Fouzi LEKJAA, è stato il primo a congratularsi con l’allenatore della squadra del Congo, Sébastien Desabre, “riflettendo lo stato d’animo della selezione che è stato evidente durante tutta la partita. Inoltre, il giocatore marocchino Achraf Hakimi ha assistito il giocatore congolese Henoc Inonga Baka”.

La FRMF ribadisce quindi il suo attaccamento ai valori di buona condotta, etica e correttezza e ritiene che questi fatti non faranno altro che rafforzare i legami fraterni tra i due paesi.

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Medio Oriente: da Marocco borse di studio per studenti palestinesi

Proseguono le attività del monarca in qualità di presidente del Comitato per Gerusalemme

Il re del Marocco, Mohammed VI, in qualità di Presidente del Comitato per Gerusalemme, ha ordinato di destinare ulteriori borse di studio a beneficio degli studenti palestinesi. Ciò rientra nel quadro delle borse di studio concesse dall’Agenzia Marocchina di Cooperazione Internazionale. E’ quanto si legge in un comunicato del Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei marocchini residenti all’estero.

Queste borse di studio, circa 100, andranno a beneficio degli studenti palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza e iscritti ad università e istituti superiori di diverse regioni del Regno.

Questa iniziativa nelle attenzioni date dal capo di stato marocchino continua alla causa palestinese, così come nella solidarietà attiva con il popolo palestinese in queste difficili circostanze, fanno sapere da Rabat.

Mohammed VI ha ordinato che queste borse di studio siano messe immediatamente a disposizione degli studenti palestinesi che soddisfano le condizioni richieste, in coordinamento con l’Autorità Palestinese, precisa il comunicato stampa.

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Marocco: Mohammed VI da’ istruzioni al governo per crisi idrica

Il re ha presieduto una riunione sulla crisi idrica invitando il governo a comunicare le misure di emergenza che verranno attuate

Il re Mohammed VI ha presieduto oggi al Palazzo Reale di Rabat, una sessione di lavoro dedicata alla questione dell’acqua e alla crisi idrica che si registra in Marocco. Secondo quanto si legge in un comunicato stampa del Gabinetto Reale, la questione dell’Acqua è una questione strategica che beneficia di un monitoraggio costante e della preoccupazione del Sovrano. In questo contesto segnato da un notevole deficit in termini di precipitazioni e da una fortissima pressione sulle risorse idriche in tutte le regioni del Regno.

Questa riunione di lavoro si aggiunge a numerose altre azioni già intraprese, in particolare nel quadro del Programma nazionale di approvvigionamento di acqua potabile e irrigazione 2020-2027. È il caso, in particolare, della realizzazione dell’interconnessione dei bacini di Sebou e Bouregreg e della messa in esercizio delle stazioni di dissalazione di Agadir e Safi/Jorf Lasfar.

All’inizio di questa riunione di lavoro, il ministro delle Attrezzature e dell’acqua, Nizar Baraka, ha presentato la situazione idrica, che evidenzia, per il periodo da settembre a metà gennaio 2024, un deficit di precipitazioni del 70% rispetto al la media, nonché un tasso di riempimento della diga del 23,2% rispetto al 31,5% dello stesso periodo dell’anno scorso.

Grazie alle azioni già intraprese, in particolare nel quadro del Programma nazionale di approvvigionamento di acqua potabile e irrigazione 2020-2027, diverse province e regioni sono state adeguatamente rifornite di acqua potabile negli ultimi anni. È il caso, in particolare, della realizzazione dell’interconnessione dei bacini di Sebou e Bouregreg e della messa in esercizio delle stazioni di dissalazione di Agadir e Safi/Jorf Lasfar.

Il ministro ha poi presentato davanti al Re il piano d’azione di emergenza elaborato dai dipartimenti competenti per far fronte alla situazione attuale e garantire l’approvvigionamento di acqua potabile, in particolare nelle città, nei centri e nelle località carenti o che potrebbero esserlo.

Questo piano d’azione di emergenza presentato al Sovrano e attuato a livello dei vari sistemi idraulici del Regno, prevede una serie di misure tra cui, a breve termine, la mobilitazione ottimale delle risorse a livello di dighe, pozzi e stazioni esistenti. Ma anche di impianti di desalinizzazione. Sono compresi anche la costruzione di apparecchiature urgenti per il trasporto e la fornitura di acqua e laddove la situazione richiede possibili misure per limitare le portate dell’acqua di irrigazione o di distribuzione.

Allo stesso tempo, e in conformità con le linee guida reali, verranno accelerati i progetti previsti con un impatto a medio termine, in particolare le dighe attualmente in costruzione, l’interconnessione tra Sebou, Bouregreg e Oum Rabia, il programma nazionale di acqua di mare stazioni di desalinizzazione, programma di riutilizzo delle acque reflue depurate, programma di risparmio idrico a livello di approvvigionamento idrico e reti di distribuzione potabile e irrigua.

Mohammed VI ha esortato i dipartimenti e le organizzazioni interessate a raddoppiare la vigilanza e gli sforzi per affrontare la sfida della sicurezza idrica e garantire la fornitura di acqua potabile a tutte le località del Regno.

A questo proposito, il Sovrano ha invitato il governo a instaurare una comunicazione trasparente e regolare con i cittadini sugli sviluppi della situazione idrica e sul piano delle misure di emergenza che verranno attuate, rafforzando al contempo la sensibilità del grande pubblico al risparmio idrico e alla lotta contro ogni forma di spreco o di utilizzo irresponsabile di questa vitale materia.

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Marocco eletto presidente del Consiglio dei Diritti Umani dell’Onu

Storica elezione del Marocco alla Presidenza del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l’anno 2024

Il Regno del Marocco è stato eletto oggi alla Presidenza del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per l’anno 2024, durante una votazione tenutasi mercoledì a Ginevra. Dei 47 membri del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, 30 hanno sostenuto la candidatura del Marocco, mentre quella del Sudafrica ha ricevuto solo 17 voti, indica in un comunicato il Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione africana e dei marocchini residenti all’estero.

L’elezione del Marocco, per la prima volta nella sua storia, alla Presidenza di questo organismo delle Nazioni Unite, esprime il riconoscimento da parte della comunità internazionale per la linea del Re Mohammed VI, in materia di protezione e promozione dei diritti umani.

Sotto la guida del Sovrano, il Marocco ha di fatto intrapreso la scelta irreversibile di consacrare lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani. Questa scelta, sancita dalla Costituzione del 2011, si traduce in un continuo slancio di riforme volte, in particolare, al consolidamento della democrazia, all’uguaglianza tra donne e uomini, alla giustizia sociale e territoriale, all’effettività dei diritti umani. partecipazione e responsabilizzazione dei giovani, sottolinea il comunicato.

L’elezione del Regno, grazie all’adesione di un gran numero di paesi di tutte le regioni del mondo, e nonostante la mobilitazione dell’Algeria e del Sud Africa per contrastarlo, rivela anche la fiducia e la credibilità ispirate dall’azione esterna del Marocco nel quadro il Royal Impulse in Africa, sulla scena internazionale e nel sistema multilaterale.

Il Regno del Marocco, che apporta un contributo riconosciuto in seno al Consiglio dei Diritti Umani, in particolare nei processi fondativi di sviluppo di questo organismo, si rallegra della fiducia così riposta in esso. Per lui questo è un segnale forte da parte della comunità internazionale a favore del suo approccio costruttivo e della sua leadership unificante su temi chiave come il dialogo interreligioso, la tolleranza e la lotta contro l’odio razziale, nonché il diritto a un ambiente sano e sostenibile, ai migranti. diritti e l’impatto delle nuove tecnologie.

Durante la sua Presidenza, il Regno resterà fedele alla linea mantenuta durante i suoi tre mandati in seno al Consiglio dei Diritti Umani, privilegiando sempre il dialogo, l’incontro e il consenso. Egli intende quindi continuare attivamente, con i membri del Consiglio e tutti i gruppi regionali, il rafforzamento e l’influenza di questo importante organo del sistema dei diritti umani delle Nazioni Unite, conclude il comunicato stampa.

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Algeria: nuovo caso di rapimento donna a Tinduf

Secondo Suiteinformacion.es il Polisario ha permesso il rapimento di una giovane ragazza nel campo di Tindouf mentre visitava la sua famiglia

E’ esploso sui media spagnoli il caso della giovane donna Filleh mint Chahid mint Laaroussia che è stata sequestrata nei campi profughi di Tindouf, nel sud dell’Algeria, e portata nella città di Orano. Il caso è arrivato in Spagna dopo che la donna ha contattato “Butincon”, un’azienda spagnola di consegna di cibo. La ragazza aveva chiesto di essere accompagnata nei campi di Tindouf, dove è stata trattenuta dalla famiglia ospitante. Da allora le sono state bruciati i documento e viene trattenuta contro la sua volontà. Questo nonostante la famiglia spagnola di Filleh avesse pagato il salvacondotto che permetteva ad un saharawi di recarsi in Algeria, per un valore di 2.500 euro, precisando che il sequestro è stato possibile approfittando del fatto che Filleh, appena maggiorenne, 18 anni in Spagna, era ad un matrimonio. E’ stata portata a Orano, dove attualmente sta aspettando l’arrivo di un avvocato spagnolo per chiedere il ritorno in Spagna”. Secondo i media spagnoli questo caso dimostra il clima di repressione che si vive nei campi di Tindouf.

Il Polisario e alcuni membri della tribù della ragazza, parente di Jira Bulahi, hanno minacciato i soci di Buticon, Louali Salem Douh e Hammada Saleh Moulud, di uccidere la loro famiglia nei campi come ritorsione per aver partecipato alla fuga di alcune donne dai campi. Persone dalla situazione precaria a Tindouf. Negli ultimi mesi diversi rapporti di varie istituzioni, tra cui il Parlamento Europeo, hanno raccolto le denunce dei Saharawi riguardo alle loro condizioni di vita, alla mancanza di libertà di movimento, espressione e riunione, nonché alla carenza di cibo, acqua, medicine, benzina, tra gli altri prodotti fondamentali per una vita dignitosa.

Ad agosto, il primo segretario del Movimento Saharawi per la Pace (MSP), Hach Ahmed Baricalla, ha riferito di aver inviato una lettera a Staffan de Mistura, rappresentante personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara Occidentale, denunciando il deterioramento delle condizioni di vita dei i Saharawi nei campi di Tindouf.

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Libia: principe Senussi pronto a tornare in patria

Invoca la Costituzione del 1951

In occasione del Giorno dell’Indipendenza libica, il principe ereditario Mohammed Senussi ha pronunciato il suo discorso annuale, che rappresenta un momento cruciale nella storia moderna della Libia. Rivolgendosi alla nazione, il principe ereditario ha sottolineato la necessità di un rinnovato senso di unità attraverso un’iniziativa senza precedenti, che segni l’uscita da decenni di divisione e conflitto.

All’inizio di quest’anno, in risposta a una richiesta del popolo libico e nel contesto di un prolungato stallo che impediva le ripetute iniziative di pace guidate dalle Nazioni Unite, il principe Mohammed Senussi ha avviato una serie di consultazioni a livello nazionale. Questi sforzi, senza precedenti nel panorama libico contemporaneo, mirano a promuovere un dialogo nazionale rappresentativo, un faro di speranza per la nazione devastata dalla guerra.

Le sessioni di dialogo hanno superato le divisioni interne, riunendo una vasta gamma di voci fondamentali per il tessuto sociale della Libia. In particolare, i partecipanti includono figure politiche nazionali, leader di comunità locali, autorità municipali, rappresentanti tribali, capi religiosi, gruppi di minoranza, sindacalisti, giovani attivisti , studenti e stimati accademici. Alcune di queste consultazioni sono state condivisi attraverso i social media e sui notiziari libici, diffondendo la rilevanza di una visione unitaria.

Mentre procede questa iniziativa, il principe Mohammed Senussi ha annunciato l’imminente seconda fase, destinata a svolgersi sul suolo libico. Questa fase consisterà in incontri convocati e a cui parteciperà Sua Altezza in varie città della Libia, con l’obiettivo di trovare il consenso su di un accordo per la transizione attraverso una concreta attuazione e con l’obiettivo di vedere tornare Senussi in Libia per la prima volta in oltre 3 decenni.

Al centro di queste discussioni c’è il clamoroso appello per ritornare alla Costituzione dell’Indipendenza del 1951, capace di esprimere l’identità nazionale e che incarna l’essenza delle aspirazioni collettive verso una monarchia costituzionale democratica. L’epoca d’oro del Paese, dal 1951 al 1969, testimonia la capacità della Libia di unificarsi, autogovernarsi e prosperare.

Il principe Mohammed Senussi ha invitato la comunità internazionale e le istituzioni, in particolare le potenze regionali e i paesi vicini, a unirsi a questo dialogo nazionale inclusivo. Ha sottolineato la necessità fondamentale di sostenere questa iniziativa, allontanandosi dagli interessi ristretti e radicati verso una visione unificata per il futuro della Libia.

L’appassionato appello del principe ereditario Mohammed Senussi segna un punto di svolta nel percorso della Libia, annunciando una nuova alba di unità, inclusività e identità nazionale condivisa.

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Marocco: attività reale 2023 per rafforzamento stato sociale

L’azione reale è stata proattiva e determinata a favore del rafforzamento dello Stato sociale del Regno

Il 2023 in Marocco si chiude con un bilancio dell’attività reale volta al lavoro per il rafforzamento dello Stato sociale. Questo per promuovere uno sviluppo equilibrato, inclusivo e sostenibile.

L’anno 2023 è stato caratterizzato dal lancio di numerosi progetti e programmi intesi a migliorare l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari di base, rafforzare la loro capacità di accedere ad alloggi dignitosi e consolidare la coesione familiare, garantendo così una maggiore giustizia sociale ed equità.

Mohammed VI ha lanciato iniziative volti a democratizzare l’accesso all’assistenza sanitaria, nel quadro di una politica di prossimità, per migliorare la salute delle persone con bisogni specifici, degli anziani o dei sofferenti dalle malattie croniche e per garantire la sovranità sanitaria del Regno.

Queste iniziative sono state rafforzate dall’inaugurazione, il 28 aprile, del Centro Ospedaliero Universitario “Mohammed VI” di Tangeri, un centro medico di eccellenza che consentirà, grazie alla sua Facoltà di Medicina e Farmacia, di strutturare l’erogazione delle cure nella regione Tangeri-Tetouan-Al Hoceima, per attrarre nuove competenze mediche e offrire una formazione all’avanguardia alle nuove generazioni di professionisti.

A questo proposito si segnala anche l’inaugurazione, nello stesso mese di aprile, del Centro di Riabilitazione Psicosociale dell’Ospedale Universitario Ibn Rochd di Casablanca e di un Centro Medico Locale-Fondazione Mohammed V per la Solidarietà nella città nuova di Errahma nel Comune di Dar Bouaaza (Casablanca).

A questi progetti si aggiunge il programma per lo spiegamento di unità mediche mobili connesse, destinato a migliorare l’accesso ai servizi medici per i residenti rurali. Questo programma pilota fa parte del progetto Reale di riforma del sistema sanitario e di generalizzazione della protezione sociale e rappresenta un nuovo modello di intervento che unisce assistenza locale e telemedicina.

Nell’ambito del rafforzamento delle capacità dei cittadini marocchini di accedere ad alloggi dignitosi, è stato messo in atto un nuovo programma di assistenza abitativa per il periodo 2024-2028. L’obiettivo è rinnovare l’approccio volto a sostenere l’accesso alla proprietà e a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie, attraverso l’assistenza finanziaria diretta all’acquirente. Ne hanno diritto i marocchini residenti in Marocco o all’estero, che non siano proprietari di immobili in Marocco e che non abbiano mai beneficiato dell’aiuto abitativo.

Questo nuovo programma, a livello sociale, faciliterà l’accesso agli alloggi per le classi sociali a basso reddito e la classe media, ridurrà il deficit abitativo e accelererà il completamento del programma “Città senza baraccopoli”.

A ciò si aggiunge il programma di assistenza sociale diretta che, grazie al suo impatto diretto sulle famiglie interessate, migliorerà il loro tenore di vita, combatterà la povertà e la precarietà e, in definitiva, migliorerà gli indicatori di sviluppo sociale e umano.

A questo proposito, il capo del governo del Marocco, Aziz Akhannouch, ha affermato che circa un milione di famiglie, ovvero l’equivalente di 3,5 milioni di marocchini, che raggiungono la soglia di ammissibilità richiesta dal Registro Sociale Unificato beneficeranno, a partire dal 28 dicembre, della prima tranche di assistenza sociale diretta.

Inoltre, essendo la famiglia l’unità fondamentale della società, Mohammed VI ha avviato grandi progetti e riforme a suo favore e assicurando che riunisse le condizioni favorevoli per rafforzarne la coesione.

È in questo quadro che la lettera indirizzata dal Sovrano al capo del governo per avviare la revisione del Codice della famiglia (Moudawana), si ispira ai valori nazionali che includono la famiglia e i legami familiari nella sfera del sacro.

Consapevole del rapporto tra sviluppo sociale e crescita economica, il re ha sempre avuto particolare interesse per la promozione del settore industriale, considerato leva essenziale e catalizzatore di uno sviluppo socio-economico inclusivo e sostenibile.

Negli ultimi due decenni, il Marocco ha potuto, grazie alla visione illuminata del Sovrano, compiere progressi significativi in ​​questo settore, contando su strategie ambiziose volte a fare dell’industria un importante fornitore di posti di lavoro, uno stimolatore di investimenti produttivi e un vettore di crescita e sviluppo.

Il Regno è oggi diventato una destinazione globale essenziale in settori di punta, come l’industria aeronautica per la quale il Regno costituisce una piattaforma attrattiva o il settore automobilistico, di cui il Marocco è diventato un leader continentale.

L’ultima manifestazione di questa “storia di successo” è la nascita del primo marchio automobilistico marocchino destinato al grande pubblico, il cui primo modello è stato presentato il 15 maggio.

Tuttavia, questi risultati non potrebbero essere raggiunti senza un capitale umano qualificato in grado di supportare l’attuazione delle diverse strategie di sviluppo settoriale. È in questo quadro che si inserisce la nuova tabella di marcia relativa allo sviluppo della formazione professionale, guidata dal programma Cité des Métiers et des Compétences (CMC).

Questo programma, che mobilita un investimento complessivo previsto di 4,4 miliardi di dirham, prevede la creazione di 12 CMC nelle diverse regioni del Regno, che costituiranno piattaforme di formazione professionale multisettoriali e accoglieranno, ogni anno, 34.000 tirocinanti.

L’anno 2023 è stato segnato anche dall’inaugurazione, nella città di Tamesna, della Città dei Mestieri e delle Mestieri della regione di Rabat-Salé-Kénitra.

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Marocco: 13 nuove infrastrutture di sicurezza realizzate nel 2023

Al fine di rafforzare le strutture di polizia di prossimità e garantire l’adeguamento dei servizi all’espansione di nuovi centri urbani, la Direzione Generale della Sicurezza Nazionale (DGSN) ha istituito 13 nuove strutture di sicurezza nel corso dell’anno 2023

Sono 13 nuove le infrastrutture di sicurezza realizzate nel 2023 in Marocco. Si tratta del 5° distretto della questura di Rabat, del distretto di polizia di Ryad, del 24° distretto della questura di Marrakech, nonché della creazione dell’unità mobile di polizia d’emergenza presso la questura di Kénitra. Ma anche di due brigate cinofile poliziotto nelle città di Kénitra e Larache e un gruppo mobile per il mantenimento dell’ordine nella città di Settat.

Secondo un comunicato stampa della DGSN nel suo rapporto annuale 2023, la creazione di queste 13 nuove strutture di sicurezza è intesa a rafforzare le strutture deputate alla polizia di prossimità e a garantire l’adeguamento dei servizi all’espansione urbana.

Questo rafforzamento riguarda anche la questura di Rabat, con la creazione del 5° distretto di polizia e del distretto di polizia di Ryad, nonché l’istituzione di 24 distretti all’interno della questura di Marrakech. Ciò porta a 454 il numero totale dei distretti di polizia a livello nazionale, che coprono tutte le aree urbane soggette ai servizi di sicurezza nazionale.

Allo stesso tempo, la DGSN ha continuato la generalizzazione delle unità di polizia di emergenza, operando sotto la supervisione delle sale di comando e coordinamento.

Quest’anno, l’inaugurazione dell’unità mobile di emergenza della polizia presso la questura di Kénitra, in funzione permanente, ha segnato un significativo passo avanti. Composta da squadre mobili di ciclisti e mezzi di soccorso, questa unità risponde in modo efficace alle richieste di aiuto dei cittadini, garantendo un intervento rapido. I suoi veicoli sono costantemente controllati e monitorati dai servizi competenti a livello centrale e regionale.

Nel corso di quest’anno le sale di comando e coordinamento hanno gestito complessivamente, tramite la linea telefonica 19, 19.722.041 chiamate di emergenza, con conseguenti 867.042 interventi sulla pubblica via. Allo stesso tempo, le unità mobili di emergenza della polizia hanno avviato 448.256 interventi.

Oltre alle chiamate di emergenza, i cittadini hanno chiesto informazioni. Sono state registrate anche chiamate di carattere negativo.

Nello stesso contesto, le brigate in divisa hanno effettuato 494 pattugliamenti sulle strade pubbliche, per un totale di 529.164 interventi sul terreno, che vanno dall’arresto di persone coinvolte in procedimenti penali alla stesura di denunce di reati contro il codice della strada e della circolazione, compresa la denuncia mantenimento dell’ordine pubblico.

Inoltre, la DGSN ha inaugurato spazi di accoglienza dei cittadini, in collaborazione con il Ministero responsabile della transizione digitale e della riforma amministrativa, nonché con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP).

Questi spazi sono stati inizialmente allestiti presso il Centro di registrazione dei dati di identità del distretto di polizia provinciale di Témara, nella sezione stranieri del Servizio di intelligence generale della prefettura della questura di Casablanca e presso la sede del 5° arrondissement del distretto di Mehdia-Kénitra. questura, in attesa di una futura generalizzazione di tale esperienza su scala nazionale.

Questi spazi di accoglienza destinati ai cittadini marocchini e agli stranieri si distinguono per le loro strutture che conciliano un aspetto estetico dell’architettura interna e un ambiente di accoglienza e orientamento esemplare con la presenza di agenti di polizia, donne e uomini, ben qualificati per guidare gli utenti di questo servizio pubblico.

Dotati di un sistema informativo integrato attraverso computer collegati a sistemi specializzati e interconnessi con dispositivi di scansione quali scanner ottici e lettori digitali di impronte digitali, carte e dati di identità, questi centri si propongono l’obiettivo di promuovere i servizi di polizia riducendo notevolmente i tempi necessari per ricevere e elaborare le richieste degli utenti.

Inoltre, l’anno 2023 è stato caratterizzato dal rafforzamento delle unità territoriali con nuove squadre, grazie in particolare alla creazione di due brigate cinofile poliziotto nella prefettura di polizia di Kénitra e nel distretto provinciale di Larache, nonché di un gruppo mobile per il mantenimento dell’ordine nella città di Settat, oltre a tre servizi specializzati nell’accertamento di incidenti nei distretti di polizia di Benguerir e Tanger-Beni Makada e un altro presso la stazione di polizia di sicurezza regionale di Ait Melloul.

Prevede anche l’apertura di un nuovo centro di registrazione dei dati di identità nel distretto di Driouch.

CONTINUA LA COSTRUZIONE DELLA NUOVA SEDE DGSN:

E sempre nell’ambito del miglioramento della governance della sicurezza e dell’ammodernamento del servizio pubblico di polizia, proseguono i lavori di costruzione della nuova sede della Direzione generale della Sicurezza nazionale su un’area di 20 ettari nel distretto di Ryad.

Si tratta di un complesso amministrativo integrato che riunisce tutti i dipartimenti centrali di sicurezza in un unico luogo. I lavori nei vari stabilimenti di base hanno raggiunto un tasso di completamento del 90%, secondo i piani di lavoro stabiliti per rispettare le scadenze inizialmente fissate.

L’anno 2023 è stato segnato anche dall’avvio dei progetti di costruzione di sette nuovi edifici di sicurezza, tra cui quello del Distretto di Sicurezza Regionale nella città di Fkih Ben Saleh, nonché le sedi dei distretti di polizia e dei servizi antinfortunistici del traffico e della sanità. presso la questura di Tangeri.

Inoltre, sono stati creati tre distretti di polizia a Casablanca, Khenifra e Mohammedia. A ciò si aggiunge un’operazione di riequipaggiamento e riabilitazione delle sedi di tre distretti di polizia della prefettura di Casablanca, di tre distretti della prefettura di Fez, della sede della stazione di polizia di Bouznika, della brigata mobile responsabile del mantenimento dell’ordine presso la polizia di Fez quartier generale e un distretto di polizia nella città di Benslimane.

L’anno in corso, inoltre, è stato caratterizzato dall’avvio del processo completo di implementazione della nuova identità visiva volta a distinguere la flotta dei mezzi di vigilanza dagli altri veicoli e automobili.

Pertanto, 549 veicoli d’intervento e corrieri sono stati dotati di questa nuova identità visiva. Allo stesso tempo, è proseguita l’ammodernamento del parco veicoli della sicurezza nazionale con l’acquisizione e la consegna di 2.132 nuovi veicoli a beneficio delle diverse direzioni regionali e centrali della sicurezza nazionale. Questi veicoli sono attrezzati per soddisfare le esigenze professionali di diverse unità e brigate di polizia a livello nazionale.